Sulla ulteriore proroga alle concessioni balneari, la Lega ed in particolare il suo consigliere regionale Montuoro, mente sapendo di mentire piuttosto che essere ignorante perché vuole ignorare. Come si fa a dire ed affermare che la proroga in barba alla direttiva europea che dovrebbe garantire la concorrenza e quindi non “i privilegi” di chi oggi detiene le concessioni balneare sia una misura che salvaguarda 20.000 lavoratori in Calabria? Non prova un minimo di pudore nell’affermare questa baggianata quando i dati economici attuali parlano di un settore turistico in Calabria in mano all’irregolarità diffusa ed all’illegalità.
Per caso la deroga del Governo prevede che i concessionari dei lidi devono applicare i CCNL di settore e garantire la regolarità contributiva se vogliono ottenere la proroga? A noi ci pare di no; ci sembra evidente invece, come questo provvedimento sia l’ennesimo regalo alle aziende che possono avere “mano libera” su lavoratrici e lavoratori. In più il rischio è di essere presi in giro due volte: da una parte sfruttati sul lavoro, dall’altra chi lavora e paga le tasse dovrà farsi carico come tutti i cittadini di eventuali multe e sanzioni che arriveranno dall’Europa. Un vero e proprio capolavoro che è molto difficile pensare sia stato realizzato a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
Certo, importante è il tema di chi ha già una concessione, ha investito negli anni sulla propria attività e oggi troverebbe ingiusto vedersela sottratta, specie in territori come il nostro dove il rischio è che le gare siano “drogate” da economia criminale che potrebbe decidere (come già accade in molti resort e strutture turistiche) di gestire direttamente le aziende e le concessioni. Ma se questa Giunta regionale ed il Governo che guarda caso hanno lo stesso orientamento politico avessero l’intelligenza e l’umiltà di ascoltare il mondo del lavoro, si potrebbe immaginare un sistema che salvaguardia le concessioni delle aziende che negli anni passati, possono dimostrare di aver rispettato i diritti della lavoratrici e dei lavoratori, applicati i contratti nazionali e salvaguardato l’occupazione.
Invece, si continua arrogantemente, come fa il Presidente Occhiuto, a pensare che il Turismo non sia un tema sul quale si possa tenere un confronto con le Organizzazioni Sindacale, forse perché gli affari sono grossi e le risorse a disposizione alimentano la filiera dei consensi, naturalmente sacrificando la dignità e la qualità della vita di lavoratrici e lavoratori che continuano a chiedere tutele ed attenzione.