La Reggina è stata stuprata, umiliata e vilipesa. Venduta dai venduti e tradita dai traditori. I tifosi reggini sono stati, ancora una volta, presi in giro e abbandonati nei momenti di maggiore difficoltà da coloro che li dovevano difendere. Anche Schettino avrebbe avuto serie difficoltà a comprendere il repentino abbandono della nave da parte di Cardona e Saladini che, per mesi, hanno fatto della legalità e della trasparenza il baluardo e la stella polare della Reggina Calcio 1914. Quando infuria la battaglia il più furbo se la squaglia: così è stato e gli “squagliati” si sono dileguati nel silenzio tombale, avallato dalla più grave omertà della classe politica reggina che i due nomi non li ha mai pronunciati. Se ci fosse stato il reato di associazione esterna all’omertà i nostri rappresentanti politici avrebbero avuto il massimo della pena.
Una storia incredibile e surreale che ha visto la sconfitta simultanea di un’intera popolazione nel subire un colpo mortale che si va ad aggiungere alla serie infinita di depauperamenti ai quali è stata sottoposta a ripetizione e che hanno trasformato una Città morta in una Città inesistente. Sono stati due mesi di tensioni ed emozioni devastanti per tutta la cittadinanza che ha, comunque, preso coscienza del livello infimo raggiunto dalla classe dirigente e rappresentativa, incapace di proteggere e difendere gli interessi di una comunità divisa e senza una guida autorevole. Finalmente si è compreso che non esistono imprenditori benefattori capaci di buttare i propri soldi per fare vincere una squadra che il più delle volte rappresenta solo uno strumento di sviluppo economico della propria attività di impresa.
Le motivazioni per le quali Felice Saladini ha generato questa carneficina a Reggio Calabria forse non le sapremo mai, ma la certezza che Reggio e la Reggina erano lontani anni luce dal cuore dell’ex patron della nostra squadra è un punto fermo di partenza per iniziare un’azione difensiva e risarcitoria per la nostra Città. I danni all’immagine della Città generati da Felice Saladini, sono incalcolabili e pesantissimi. Da cittadino, da tifoso e da rappresentante delle Istituzioni, attraverso un o.d.g., chiederò al Consiglio Comunale di delegare il Sindaco f.f. all’attivazione di un’azione per il risarcimento dei danni, subiti a livello d’immagine, contro l’ex patron della Reggina Calcio Felice Saladini. Sentire ieri, in una patetica e poco opportuna conferenza stampa “autoredimente”, il reggino e uomo di Stato garante dell’operazione sportiva Saladini, Marcello Cardona è stato mortificante per tutti noi. Qui la toppa non ha potuto fare niente perché il buco si è allargato a dismisura.
Cardona è solo un reggino pavido che non ha avuto il coraggio di parlare quando doveva. Ma una cosa buona a Cardona va riconosciuta: volendo fornire la traiettoria da seguire per la rinascita della società, ha scandito i nomi di coloro che secondo lui, hanno aiutato la Reggina in questi tormentati mesi; i nomi sono Ninni Tramontana e Roberto Occhiuto. Il primo tiepido reggino con il cuore lontano dagli interessi di Reggio, il secondo Presidente della Regione Calabria con il cuore a Cosenza e a Catanzaro. Una cosa va subito fatta, adesso, ovvero dimenticare il reggino poco coraggioso Cardona e fare l’esatto opposto di quello che ci ha consigliato.
La palla adesso è nelle mani del Sindaco ff Paolo Brunetti che ha la grande responsabilità di scegliere la compagine societaria migliore per iniziare di nuovo dalla serie D la storia della gloriosa Reggina. Credo che bisogna ripartire da noi reggini nella speranza di trovare imprenditori e tifosi che siano disponibili ad investire per la rinascita della nostra squadra del cuore. Tutti siamo responsabili di quello che è avvenuto, tutti dobbiamo partecipare alla ricostruzione. Restaurare l’orgoglio reggino e l’identità di una delle Città più antiche del mondo viene prima della ricostruzione del cuore e delle mura di protezione e difesa della Città. Oggi più che mai per i reggini coraggiosi, liberi e forti è arrivato il tempo di combattere, combattere, combattere.
Massimo Ripepi soldato semplice dell’esercito di Rheggio 743ac