“Reggio Calabria cromatica” di Domenico Asmone è una passeggiata visionaria lungo una città che “attraverso gli anni e le mutazioni continua a dare forma ai desideri”. Meglio, è l’arte stessa di questo pittore/scultore a restituire alle sue Città Cromatiche il dono di alimentare il sogno. È, quello di Asmone, un itinerario nei colori, nella forma, nella materia, negli elementi della Natura che, via via, si plasmano per restituire una lettura inedita e fantastica: una visione sorprendente, persino di ciò che si credeva di conoscere a fondo. “Reggio Calabria cromatica” è il rientro a casa di un “artista viaggiatore” che, quella casa, non ha mai lasciato.
Domenico Asmone ritorna nella sua città calabrese di origine con una Personale che porta sullo Stretto – dal 22 ottobre al 19 novembre 2023 – un bagaglio di vita, studio e ricerca trasposto, lungo il suo percorso artistico, su tela, ceramica e carta. Ad accogliere e promuovere l’arte di Asmone è la Galleria SerArt, Associazione culturale che da quasi mezzo secolo si conferma avamposto, e sicuro riferimento, per chi fa – e per chi ama – l’Arte. Un polo animato dalla passione e dalla competenza della famiglia Serraino, da sempre sensibile al genio e alle più alte forme di creazione artistica, che ha dato vita a uno spazio aperto, un laboratorio vivace, un’accogliente fucina: Galleria prestigiosa tanto per i nuovi talenti da accompagnare nel mondo dell’arte, quanto per i conclamati “numeri primi” del settore – ospitati e proposti nei decenni.
Un appuntamento da non perdere per più ragioni: l’esposizione non sarà, difatti, solo un momento per scoprire (o ri-scoprire) il valore di questo pittore e scultore reggino. Sarà, questa, un’occasione per vedere con altri occhi – e attraverso la sua orginalissima reinterpretazione creativa – la stessa città di Morgana, con le sue gentili bellezze e i suoi sensuali contrasti, insieme ai borghi antichi e preziosi che ne costellano le distese joniche e tirreniche. Nell’opera di Asmone si svelano sulla tela Architetture Liberty rivistate – quasi incise – con la tempra calabra di chi sferza col pennello e la spatola una superficie che non può rimanere distesa, che deve ergersi oltre la propria stessa dimensione piana per farsi volume, materia, plastica rappresentazione di un’arte che invita all’assaggio, al tocco, e che seduce con la sua materica, incontenibile, arcana forza.
Le palme esotiche del Lungomare, sferzate dallo scirocco, divengono chiome variopinte e screziate, scompigliate da un soffio mitologico che ne scompone i rami in tessere armoniose. Faro sicuro, di qua dal mare e dall’isola dirimpetto, mai stanca di specchiarsi sulla riva opposta e sorella. Il Maniero Aragonese si erge carico di suggestioni, con i merli che si dipanano tra ocre, terre e sorprendenti squarci di cielo. Athena vigila e difende, con lo sguardo alla città e le spalle al mare, in un ritratto che ne svela la femminea grazia e l’indomabile potere di Dea: lancia e scudo riflettono l’oro dell’antica dinastia magnogreca mista ai toni verdi di futuri da solcare, senza paura. Le Scalinate artistiche di via Giudecca si rivelano sulla soglia tra il visibile e l’invisibile, schizzate geometrie di eteree trasparenze, simbolo della città di mare che si inerpica sui dolci e amati colli. Intinge il pennello nel Mongibello, Asmone, per affrescare la prospettiva dalla Marina al sacro vulcano: tra palme infuocate da tramonti mai paghi, nunzi di calde giornate da godere.
Il Giovane Guerriero di Riace punta lo sguardo austero oltre la tela, fermato con tratti ora morbidi ora decisi, rivelando l’antica genìa con le lievi, sapienti pennellate di antico bronzo eternamente carico di misteri. Scilla notturna non teme di mostrarsisenza luci, se non quelle del mito che emanano da sé stessa; la Cattolica di Stilo è geometrica, purpurea, bizantina apparizione. Pentedattilo impressionista svetta, nell’inconfondibile slancio al cielo di piccole case e shakespeariane tragedie. Gerace sorride lieve, immersa in fluide atmosfere. “Tre mesi estivi di lavoro, la ricerca del soggetto, per trasmettere – attraverso i colori – le emozioni della mia città di origine. Il disegno iniziale, la struttura della composizione, la scelta delle cromie. Reggio Calabria cromatica”: Asmone presenta così questo ritorno che equivale a un cerchio che si completa, pur rimanendo aperto. Schiuso all’incontro con i reggini, ai quali presentare la sua reinterpretazione della “Città dell’anima”.