Ogni anno, in questi giorni, il mondo si appresta a celebrare la giornata della memoria, per non dimenticare tutti quegli eventi che dolorosamente sono entrati a far parte della storia; eventi, che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 24 gennaio 2005 ha deciso di rammentare ai posteri decretando il sessantesimo anniversario della liberazione di coloro i quali erano stati detenuti presso i campi di concentramento. Nel preciso istante in cui, l’Assemblea Generale, per poter ricordare, scelse il 27 gennaio 1945, data in cui le truppe sovietiche liberarono i superstiti del campo di concentramento di Auschwitz, la storia inevitabilmente e fortunatamente fu destinata a cambiare. I popoli, compresero allora le enormi conseguenze che tali azioni potevano provocare nelle generazioni future; ma per volere, oggi, comprendere meglio la tragedia della Shoah e, in qualche modo interpretare, come gli Italiani si apprestano a vivere questa giornata, occorre inizialmente partire dal pensiero lungimirante del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale senza mezzi termini, ha espresso un pensiero che in molti condividiamo: “l’Italia è un grande Paese e gli italiani sono un grande popolo. Dobbiamo avere fiducia nelle nostre possibilità”.
Partire da un simile messaggio, significa fermamente credere nelle generazioni attuali e in quelle future, che devono impegnarsi per un domani migliore, affinché su un solido insegnamento possano nascere dei frutti che rendano ancor più grande il nostro bel paese e il mondo in generale. Il coordinamento “Donne, Giovani e Immigrati” della CISL di Reggio Calabria, uniti per non dimenticare intendono, pertanto, ricordare questo giorno; ma intendono, ancor di più, rinnovare la loro volontà di collaborare per aiutare “a non dimenticare”. Questo è l’esempio che vogliamo dare, in questa giornata della memoria, e lo facciamo attraverso il sindacato, organizzazione sensibile alle libertà, citando un semplice pensiero della nostra responsabile Nausica Sbarra: “I nostri padri hanno conquistato la democrazia con la morte, la deportazione, la persecuzione, con il coraggio di ribellarsi all’ideologia nazifascista. Nessun negazionismo o revisionismo potrà mai cancellare gli orrori di una delle pagine più disumane della storia del mondo”.
Crediamo fermamente, infine, come coordinamento “Donne Giovani e Immigrati” CISL, che ricordare sia un atto dovuto, anche se un ulteriore considerazione diviene spontanea, in quanto se “ricordare” è un verbo coniugato all’infinto non occorrerebbe, laddove viva è l’attenzione di un popolo, attendere solo il 27 gennaio per rammentare ciò che è accaduto. Ma al contrario, è necessario che, ogni momento della nostra vita, ogni sacro giorno che la stessa ci dona, resti impresso nelle nostre menti, il dolore, il male e la cattiveria di cui l’uomo si è reso protagonista, perché solo così, solo attraverso il ricordo, possiamo sperare di essere donne, uomini, ragazze e ragazzi liberi e giusti.