Non capita tutti i giorni di vedere il Prefetto di una città giocare con bambine e bambini in un campetto di periferia; per questo, quando Clara Vaccaro, prefetta di Reggio Calabria, ha dato il calcio di inizio al campetto di Modenelle ad Arghillà Nord, in tanti hanno pensato ad un’immagine che fa sperare. Così il primo giorno di primavera 2024 profuma di diritti che fanno da contraltare al «puzzo», per citare Paolo Borsellino, «del compromesso morale e dell’indifferenza» (e non solo quello) che spesso caratterizza una certa “disattenzione” verso i territori con un’alta concentrazione di povertà e, quindi, maggiormente bisognosi di attenzioni e cura istituzionali. Di certo, la presenza della prefetta Vaccaro, accompagnata da alcuni ufficiali delle forze di polizia, sembra segnare un cambio di passo nell’approccio alle fragilità dei territori.
Come tutti i giochi di squadra, l’iniziativa di ieri è frutto di un moto corale con al centro ragazze e ragazzi e le loro famiglie di Arghillà. L’obiettivo per la rete Energie di Comunità resta quello di promuovere un percorso di autoconsapevolezza e partecipazione, per far emergere la bellezza che è in ognuno di noi, anche quando i contesti sono i più disperati. E spesso lo sport, con le attività coordinate dai volontari del Csi, diventa un mezzo che entusiasma e avvicina le persone. Certo, fare squadra non è sempre semplice, però è l’unica strada percorribile quando le emergenze da affrontare sono tante. A ribadirlo sono le stesse parole della prefetta Vaccaro dette al centro del campo tra i bambini e ragazzi: “Sono qui per ribadire la vicinanza dello Stato. L’ho fatto, scegliendo di giocare insieme a voi. È importante per me essere qui, condividendo questo tempo con tutti voi ragazzi”. Dello stesso tenore le parole dei vari responsabili delle associazioni presenti. Significativi gli interventi di saluto di una signora romnià e della piccola capitana della squadra di calcio “Arghillà a colori” che il Csi porta avanti con impegno e costanza.
“Grazie eccellenza per essere qui a giocare con noi, avremmo voluto accoglierla in condizioni migliori – ha detto la capitana – ma è proprio qui che io sono nata e cresciuta e spero che non sarà sempre così attorno a noi”. “Vorrei spiegare che spesso si pensa che noi persone di origine rom amiamo vivere tra i rifiuti e in modo illegale. – ha spiegato la signora – Questo è un grande peso che ci perseguita da secoli e spesso non è facile vivere una vita serena quando gli altri non sono disposti a conoscerti realmente e a lasciare aperte le opportunità che dovrebbero essere a disposizione di ogni essere umano. Ma sono fiduciosa che non sarà sempre così”. L’iniziativa si è registrata il 21 marzo che è una data importante: si celebrano, infatti, la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, oltre che la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Un’occasione ghiottissima – quasi un rigore in movimento – per scendere in campo per i diritti negati, spesso frutto di un disequilibrio sociale condizionato da povertà e di cui purtroppo influenze malavitose possono approfittare. Presenti all’incontro e “allenamento” con la prefetta anche la parrocchia di Sant’Aurelio Vescovo con le bambine e i bambini del Centro Minori, riferimento del territorio, in campo col suo parroco, don Nino Iannò.
A partecipare al pomeriggio di giochi al campetto anche il Coordinamento di Quartiere ed il movimento “Noi siamo Arghillà”. Ma una rondine non fa – da sola – primavera e rimane la consapevolezza che il cammino è ancora lungo e tortuoso. La strada però sembra tracciata, con amore, coraggio, pazienza e perseveranza che da tempo guidano l’impegno dei volontari della Rete di Associazioni, movimenti e cittadini. Scelte che vogliono essere, anche con piccolissimi risultati, un segno di attenzione per avviare un reale processo di cambiamento.