“Archeologia del culto ad Alesa Arconidea (Tusa,ME): il Santuario di Apollo” è il tema di una conversazione che il Prof. Lorenzo Campagna, Ordinario di Archeologia classica presso l’Università di Messina, terrà mercoledì 12 giugno alle ore 17,30 presso il Museo Archeologico di Reggio Calabria nell’ambito degli incontri “la percezione del tempo” promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con il MArRC.. Se Franco D’Agostino, archeologo del Vicino Oriente Antico, ha ricostruito la nascita della civiltà tra le sponde del Tigri e dell’Eufrate attraverso l’invenzione dello Stato e della scrittura, l’archeologo classico ci condurrà alla scoperta di un centro urbano ancora a noi più vicino, per quanto poco conosciuto e non del tutto esplorato, Alesa Arconidea, l’antica città sicula, greca e poi romana, ubicata nel territorio di Tusa, comune di Messina, della quale indagherà gli aspetti cultuali che vi si celebravano presso il Santuario di Apollo. Fondata, secondo Diodoro Siculo, alla fine del V sec. a.C per volere del tiranno di Herbita di Arconide, su di una altura strategica che domina la costa nord e l’ampia valle dello Halaisos (attuale Tusa), la città ebbe una rapida fioritura. Nel 269 a.C si consegnò a Gerone II di Siracusa e più tardi ai Romani acquistando così il privilegio di far parte delle cinque “civitates liberae et immunes” che godevano di un’ ampia autonomia politica ed amministrativa.
Prima della morte di Augusto ottenne inoltre lo status di municipium come segnalato da una iscrizione con dedica all’imperatore. Gli scavi archeologici hanno evidenziato che Alesa godette di grande prosperità in epoca imperiale per poi decadere a causa dell’invasione degli Arabi prima di essere del tutto abbandonata. A testimoniare l’importanza della città i cospicui resti archeologici fin qui esplorati: gli ampi tratti della cinta muraria, con torri e baluardi, cui erano connessi i due ingressi alla città; la presenza all’interno della cinta muraria dell’agorà – piazza principale -; un porticato, diviso in due navate da una fila di colonne rivestite da uno spesso strato di intonaco e sormontate da capitelli stuccati e dipinti e dietro il porticato sette ambienti destinati al culto (sacelli), come indicato dagli altari rettangolari. Sull’acropoli poi è stata parzialmente riportata alla luce un’area sacra con i basamenti di due templi, uno dei quali si è ritenuto fosse dedicato ad Apollo, indicato nelle fonti come il nume tutelare della città. A portare il saluti del MArRC il direttore Fabrizio Sudano mentre a condurre sarà Amos Martino, responsabile Anassilaos del Centro Studio Glauco di Reggio per la cultura letteraria greca e latina