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Stop alla barbarie, la Cgil scende in piazza anche in Calabria

Il 6 settembre presidi in tutte le province per chiedere pace, diritti e rispetto del diritto internazionale

di Andrea Benedetto

Anche in Calabria la Cgil aderisce alla mobilitazione nazionale contro la guerra a Gaza, organizzando per sabato 6 settembre una serie di presidi nelle principali città della regione. L’iniziativa, che coinvolgerà lavoratori, pensionati, studenti, associazioni e il mondo della cultura, vuole lanciare un messaggio forte di condanna contro una delle più gravi violazioni del diritto umanitario e internazionale. Di seguito riportiamo integralmente il comunicato ufficiale diffuso dalla Cgil Calabria:

Stop alla barbarie, il 6 settembre presidi della Cgil anche in Calabria

Anche in Calabria la Cgil promuove per sabato 6 settembre presidi per dire no alla barbarie in corso a Gaza. L’organizzazione sindacale invita a partecipare lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, studenti e studentesse, il mondo associativo, artisti, intellettuali e giornalisti a unirsi – contro una delle più grandi violazioni del diritto umanitario e internazionale.

I presidi calabresi saranno a:

  • Catanzaro, piazza Prefettura ore 10.30

  • Vibo, Corso Vittorio Emanuele ore 10.30

  • Crotone, piazzale Berlinguer-lungomare, ore 17

  • Reggio Calabria, scalinata Teatro Cilea, Corso Garibaldi ore 18

  • Cosenza (Camere del Lavoro di Cosenza e Pollino Sibaritide Tirreno), piazza XI Settembre ore 17.30

La Cgil Calabria sostiene la Global Sumud Flotilla, iniziativa non violenta nata dal basso per rompere l’embargo e l’isolamento della popolazione palestinese. Il sindacato ribadisce le richieste avanzate dalla Confederazione sindacale internazionale: interrompere la consegna di armi, raggiungere un cessate il fuoco, garantire l’ingresso immediato e illimitato degli aiuti umanitari, rilasciare tutti gli ostaggi e i prigionieri politici, riconoscere lo Stato di Palestina, porre fine all’occupazione, interrompere il commercio con gli insediamenti illegali e rafforzare la democrazia per costruire una pace duratura.”

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