“Nell’ambito del settore sanitario, gli infermieri professionali svolgono attività dal duplice valore: devono abbinare le competenze tecniche e scientifiche a quelle relazionali e di empatia verso il paziente di cui devono prendersi cura. Per questo, soprattutto nella fase post pandemica, la situazione di queste figure fondamentali merita una attenzione particolare. Come grande attenzione meritano le legittime rivendicazioni avanzate dai rappresentanti di categoria, che mi sento di sostenere”. E’ quanto afferma Giusy Iemma, candidata per il Partito democratico alla Camera nel Collegio Uninominale Calabria 3 (Centro).
“Mi riferisco a una serie di istanze che, al di là degli aspetti tecnici, sono sintetizzabili nella richiesta di eliminazione del vincolo di esclusività, con conseguenti modifiche legislative possibili solo in virtù di un iter parlamentare ad hoc – spiega Iemma -. Si tratta, prima di tutto, di mettere a capo in ogni provincia un dirigente con determinati requisiti preposto alla gestione dell’assistenza sanitaria. Un procedimento che poi prosegua con la concessione del nullaosta, da parte dell’azienda di appartenenza del professionista, ad espletare le sue funzioni fuori dall’orario di lavoro. In questo modo, l’incentivazione dell’attività libero professionali offrirebbe al paziente l’opportunità di ricorrere a un’assistenza qualificata, anche a pagamento. Si deve anche arrivare alla immediata presa d’atto del mancato pagamento al personale infermieristico delle indennità dovute per il periodo dell’emergenza-urgenza pandemica determinata dalla diffusione del letale virus conosciuto con il nome di Covid-19. Ed infine, da accogliere anche il via libera alle prescrizioni di alcuni ausili-farmaci, a cura delle figure abilitate, al fine di garantire un’essenziale continuità assistenziale.
“Tra le richieste avanzate – spiega ancora Iemma – ve ne sono altre inerenti a una figura professionale specifica, di cui nel delicato settore sanitario ci sarebbe assoluto bisogno. Soprattutto nelle strutture pubbliche, già in grave sofferenza per la carenza di personale specializzato. Si tratta dell’infermiere pediatrico, operatore in possesso della laurea abilitante di I livello in Infermieristica pediatrica e relativa iscrizione all’albo professionale di riferimento. Il quale è responsabile dell’assistenza dei pazienti compresi nella fascia d’età fra 0 e 18 anni. Quelli dunque in molti casi più fragili. Nella fattispecie, si fa peraltro menzione di una qualifica riconosciuta fin dall’ormai lontano 2006”.
“Peccato, però, che nei presidi sanitari calabresi la presenza di questi professionisti sia irrilevante o quasi, sotto il profilo numerico naturalmente. Anzi, irrisoria – oserei direi – e quindi sotto il profilo della pianta organica inadeguata a soddisfare in modo efficace ed efficiente l’effettiva esigenza di avere a disposizione quanti svolgono un ruolo molto delicato e specifico, essendo stati formati ad hoc”.
“Parliamo, infatti, di un infermiere assai diverso dal generalista per studi e formazione. Sarebbe di conseguenza legittimo e addirittura normale che si garantisse il più alto livello di professionalità, al fine di ottimizzare l’assistenza di bambini e ragazzi ospedalizzati. Le aziende – conclude Iemma – dovrebbero allora imporre, in ogni concorso che bandiscono per assumere nuove unità da impiegare nelle varie unità operative, una percentuale di posti riservati agli infermieri pediatrici. Un modo per assicurare una maggiore competenza, sinonimo di qualità assistenziale, in un ambito molto particolare”.