Questo pomeriggio il presidente della Reggina 1914 Luca Gallo ha incontrato, per la prima volta dopo il malore che l’ha colpito e l’ha costretto fuori dalla città per diverse settimane, gli organi di stampa allo Stadio Oreste Granillo di Reggio Calabria.
Durante la conferenza stampa, tante le domande a cui Luca Gallo è stato chiamato a rispondere. La prima di queste, la più impellente, riguarda lo stato economico del Club. Prima di rispondere, il Presidente ha precisato: “In questi tre anni, vivendo la città, ho visto che c’è un’enorme parte “sana”, persone con cui è possibile discutere e che recepiscono ciò che provi a dirgli. Poi c’è una piccola parte che recepisce in maniera negativa qualunque comunicazione. Mi rivolgo principalmente alla “parte sana” della città”. E ha aggiunto: “La Reggina, da bilancio pubblico, ha un debito, come la maggior parte delle squadre di calcio. Io sono qui per gestirlo. Il grosso del debito riguarda l’erario: la parte INPS e IRPEF, derivanti dal periodo del Covid. La comunicazione della FIGC riguardo il pagamento totale in un’unica trance è avvenuta nella terza decade di dicembre, quando il campionato era fermo per Covid. Il 75% del debito della Reggina è questo: una volta sanato, sgraverà la Reggina del grosso. Ci sono diversi modi per sanarlo, tutti raggiungibili. La tifoseria, la città, deve stare tranquilla. Il resto del debito va quantificato in pochi milioni di euro, circa uno e mezzo, che non può essere nocumento alla prosecuzione di un club che negli ultimi anni ha investito 22 milioni di euro tra squadra e strutture”.
Come è noto, al problema dei debiti è legato il dubbio riguardo i due punti di penalizzazione. A questo riguardo, Gallo afferma: “I due punti di penalizzazione verranno dati senza ombra di dubbio. Non sono stati ancora dati, probabilmente, solo per un motivo burocratico. La Reggina ha già pronto il ricorso, che andrà a presentare“. E poi, rivolgendosi alla tifoseria: “Quando verranno dati i due punti di penalizzazione, faremo ricorso per essere riammessi al pagamento. Le nostre ragioni, che conoscete bene, in sede civile sono sacrosante. Purtroppo sembra che per la FGCI sia un mondo a parte, come un ente a statuto speciale. Per me bocceranno il ricorso: mi hanno dato solidarietà, hanno espresso dispiacere per quanto accaduto, ma sicuramente bocceranno il ricorso. Ma in un modo o in un altro il debito verrà regolarizzato, in base a quanto prevede la legge e non come decide la FederCalcio“.
Interrogato poi sul futuro societario della Reggina, il presidente Luca Gallo risponde: “Non c’è stato nessuno che si sia presentato per entrare in società. Il calcio è imponderabile, una persona sana di mente non va a investirci il proprio patrimonio personale. Io sono uno di quelli che l’ha fatto, senza aiuti. Il mio impegno non è mai stato messo in discussione, per me non è cambiato nulla. Cerco di fare il meglio che posso e cerco di arrivare agli obiettivi che mi ero prefissato”. E aggiunge, riguardo alla disponibilità economica: “Quando ho detto alla prima conferenza all’Alta Fiumara che non c’erano problemi di soldi, era vero: sono stati investiti. Poi è arrivato il Covid, che ha penalizzato molto le attività come la mia. Ho dovuto sostenere un anno intero di serie B con i miei soldi. Posso dire che da giugno si tirerà una riga, anzi un solco, col passato, gestendo la squadra in maniera molto più “normale“.
Alla domanda della nostra redazione, sull’essersi mai pentito di aver preso la Reggina, e se si fosse modificata la percezione riguardo il progetto iniziale della Serie A, Luca Gallo ha risposto così: “Forse ho avuto la presunzione di poter vincere in serie B come ho vinto subito in serie C, invece non è così. La serie B è un campionato molto difficile e ho fatto alcuni errori, che non verranno più commessi. Per quanto riguarda la Reggina, in passato ho risposto col cuore e sono stato criticato di prendere in giro i tifosi e la città, perciò risponderò solo che no, non mi sono pentito“.
Chiamato a rispondere riguardo la questione del Direttore Generale, queste le parole del Presidente: “Io sto a Roma, a 700 km di distanza da Reggio Calabria, e lavoro dal lunedì al sabato. La mia necessità più impellente è stata mettere una persona di capacità, perché non mi intendevo di calcio, e di fiducia. Non ho sempre trovato un professionista che fosse una crasi delle due cose. Magari mi si diceva che era ferrato nel calcio e poi magari non lo era. Nelle mie società ci sono dirigenti che stanno lì da dieci anni. Tralasciando una persona sola che ancora oggi lavora nelle mie società, le altre erano persone con un passato nel calcio, ma sono accadute delle cose. Tempestilli si è dimesso di sua iniziativa, è una persona che stimo ma avevamo due caratteri incompatibili. Mangiarano ha un curriculum che parla da sé e con lui ci sono state delle problematiche relative alle tante segnalazioni che giorno dopo giorno mi hanno portato alla decisione finale. Con Iiriti sapete tutti che è accaduto ed a quel punto che dovevo fare? L’unica cosa che posso promettere è che il prossimo dovrà avere un curriculum blindato. Sperando che vada bene. Tempestilli è un signore perché dimettendosi non è più nel mio libro paga. Stessa cosa Iiriti. Gli altri ancora li pago“.
Infine, ha concluso: “Io sono venuto qui per un compito e non lascerò la Reggina. Questa è una promessa ed una sfida personale. Su questo posso dare certezze. Non sono arrivato qui per lasciare le cose a metà. Non ho ancora parlato con nessuno per il prossimo anno. Pago ancora tre allenatori e il Ds Taibi fosse per me lo rinnoverei subito. Ricordo il ritiro di Terni con Stellone e per mezz’ora ha solo sorriso. Non capiva il perché del momento negativo. Non me lo so spiegare nemmeno io tutt’ora. A fine stagione bisognerà parlare di tante cose“.
A chiudere la conferenza, un pensiero alla sfida di sabato contro il Cosenza: “Spero di vedere più tifosi possibile per passare una bella giornata di sport in occasione del derby. Mi piacerebbe vedere il Granillo pieno con una buona cornice di pubblico. Ma certamente non si può costringere nessuno“.