Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i tre fermati per l’omicidio dell’imprenditore agricolo Agostino Ascone, scomparso lo scorso 27 dicembre quando, secondo gli inquirenti, è caduto in un tranello della moglie Ilaria Sturiale e dell’amante di lei Salvatore Figliuzzi, ritenuto esponente della cosca Bellocco di Rosarno e marito della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola morta nel 2011 per aver ingerito acido muriatico. Sturiale e Figliuzzi – difesi dall’avvocato Giuseppe Pirozzo – secondo quanto è scritto nel provvedimento di fermo firmato dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto della Dda Francesco Ponzetta avrebbero organizzato “il sequestro, l’omicidio e la soppressione del cadavere di Agostino Ascone”.
Un delitto nel quale avrebbe avuto un ruolo anche il complice Giuseppe Trapasso, assistito dall’avvocato Giovanni De Stefano. Pure il terzo indagato non ha risposto alle domande del gip di Palmi che nelle prossime ore dovra’ decidere se convalidare l’arresto e se trasmettere, per competenza, il fascicolo al giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, competente per i reati aggravati dalle modalita’ mafiose. Stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri, Ascone sarebbe stato attirato in un tranello nei pressi del ristorante “la Cucciarda” che si trova in localita’ Pegara del comune di Taurianova e dove, secondo i pm, la vittima si sarebbe recata per aiutare Figliuzzi e Trapasso che avrebbero simulato un guasto alla macchina.
Da lì, grazie alle telecamere del ristorante e al sistema GPS della sua “Skoda Yeti”, gli investigatori hanno ricostruito gli ultimi momenti di vita di Ascone. Quest’ultimo, infatti, si è allontanato con il proprio mezzo assieme a Figliuzzi in direzione Rosarno dove poi è scomparso nei pressi dell’abitazione dell’esponente della cosca Bellocco che, d’accordo con la moglie della vittima e facendosi aiutare da Trapasso, avrebbe riportato il mezzo nei pressi della casa dell’imprenditore agricolo ad Amato di Taurianova.