Ricercatore, dottorando, assegnista di ricerca, candidato ai corsi di specializzazione, professore ordinario o associato: qualunque fosse il posto desiderato, poco rilevante la meritocrazia, le pubblicazioni o le competenze, a patto di avere la giusta segnalazione.
È quanto accade da anni all’Università Mediterranea di Reggio Calabria, stando alle indagini della Procura diretta da Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’inchiesta “Magnifica“. A far scattare i sospetti, l’arrivo dell’ennesima denuncia, presentata questa volta da una candidata non vincitrice di concorso, invitata ad “aspettare il proprio turno” e a rinunciare all’azione giudiziaria intrapresa, con la promessa di “riprendere in mano la sua situazione”.
La macchina investigativa ha individuato ben otto membri del personale d’Ateneo chiamati a rispondere delle procedure illecite di selezione tra il 2014 e il 2020, primi tra tutti il Rettore Santo Marcello Zimbone e il suo predecessore, attuale pro Rettore Vicario Pasquale Catanoso. Dieci mesi al primo, dodici mesi al secondo, oltre a un sequestro preventivo da quattromila euro. Assieme a loro, anche quattro docenti: l’ex direttore generale dell’Ateneo Ottavio Salvatore Amaro, il direttore del Dipartimento di architettura Adolfo Santini, il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze umane Massimiliano Ferrara e il professore Antonino Mazza Laboccetta. Interdizione disposta anche per due funzionari dell’Area tecnico-scientifica della Mediterranea: Alessandro Taverriti e Rosario Russo. Inoltrati anche 23 decreti di perquisizione domiciliare e personale, e relativi avvisi di garanzia. Sotto perquisizione, infine, anche i sistemi informatici e telematici in uso all’Università, oltre alla richiesta di consegna di documentazione ritenuta essenziale ai fini probatori.
Gli investigatori, in particolare, ipotizzano l’esistenza di un’associazione dedita alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica nella direzione e gestione dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.
Una situazione vergognosa che porta tristemente agli onori della cronaca nazionale Reggio Calabria e il suo sistema universitario, nel quale si operavano concorsi decisamente poco trasparenti, portando avanti chiunque avesse la “fortuna” di avere il giusto aggancio. L’ennesimo schiaffo alla cultura, al lavoro e, soprattutto, alla legalità.