Home » Gilles Villeneuve e le magiche staccate al limite della follia: il ricordo del pilota a 40 anni dalla morte

Gilles Villeneuve e le magiche staccate al limite della follia: il ricordo del pilota a 40 anni dalla morte

A 40 anni dalla morte di Gilles Villeneuve, ripercorriamo i principali aneddoti del pilota più folle della Formula1

di Filippo Francesco Idone

Era l’8 maggio di 40 anni fa, quando la Formula 1 registrava una delle sue pagine più buie: la morte di Gilles Villeneuve, il campione senza coppa di casa Ferrari, passato agli annali non per le sue vittorie, ma per le prestazioni al limite dell’umano. Gilles Villeneuve, pur senza vincere campionati, è riuscito a scrivere la storia a suon di sorpassi, giri veloci, vittorie e pole position che la Formula 1 di fine anni ’70 e inizio anni ’80 non aveva mai visto.

La storia di Gilles Villeneuve è particolare, ma allo stesso tempo molto intensa: giunge in Ferrari quasi da sconosciuto, andando a sostituire Niki Lauda, una leggenda straordinaria di questo sport. All’inizio, il canadese è stato contestato a causa del netto divario col suo predecessore, ma dopo pochi mesi chiunque voleva vedere le gesta mirabolanti del pilota. Oggi, i Ferraristi non hanno paura a sostenere che Villeneuve è l’esempio di uomo che ha sfidato la morte, beffeggiandola più volte. Ed è proprio questo che ha fatto innamorare i tifosi.

Quei GP da rimanere col fiato sospeso

Gi anni ’70 della Formula 1 hanno visto una professione basata esclusivamente su calcoli matematici e sui risultati, ovvero quelli del mondo creato da Lauda. Con Villeneuve, la Formula 1 ha cancellato questi questi imprinting: staccate, sorpassi al limite, azioni che lo hanno inserito nell’area dell’estetismo dei motori sono diventati attrazione per i tifosi che accorrevano agli autodromi di quell’epoca.
Le sei vittorie di Villeneuve sono state tutte diverse e ognuna di loro ha una storia a sé, e lo stesso vale per podi o ritiri. Si ricordi, per esempio, quando nel 1979 a Zandvoort in Olanda, con estrema tranquillità, il pilota ha guidato la sua Ferrari con sole tre ruote. O ancora la corsa in Francia, che ha reso magico Villeneuve, quando a Digione sfidò il pubblico e l’eroe di casa René Arnoux della Renault. A vincere il Gp è stato Jean Pierre Jabouille, vittoria passata quasi in secondo piano rispetto alla lotta ingaggiata tra il candese della Ferrari e l’idolo di casa, che trasmise molto più entusiasmo. Gli ultimi giri del Gp di Digione furono pura poesia motoristica: sorpassi, controsorpassi, staccate impossibili e soprattutto un pubblico rimasto in silenzio per assistere al duello. Persino Mario Poltronieri, cronista Rai, non riuscì a rimanere imparziale davanti alle gesta di Villeneuve.

L’aura creata intorno al canadese è stata qualcosa di incontrollabile per la Formula 1: Villeneuve dal 1977 fino alla sua ultima corsa non ha mai usato una tattica precisa e dettagliata, travolgendo la F1 con un’esuberanza che mai nessuno aveva e ha più avuto. Staccare e riprendere velocità in un lasso di tempo inferiore ai 700 millesimi di secondo è impossibile, farlo a meno di 500 millesimi come Villeneuve è da folli, ma di quelli con carattere e attributi.

L’ultima gara e il tragico incidente

Gilles Villeneuve si divertiva a prendere in giro la morte come fosse un gioco: un gioco che ha sempre vinto tranne in una occasione, ovvero l’8 maggio 1982. A Zolder, in Austria, durante le prove del Gp, il pilota Mass si è spostato per far passare il canadese che però aveva preso la sua stessa decisone.
Le ruote anteriori della Ferrari presero contatto con quelle posteriori della March, e Villeneuve volò via come una carta in mezzo a un tornado. L’impatto fu devastante sia per la monoposto che per lui: il corpo del canadese sbalzò a 50 metri dalla vettura, incastrandosi nella recinzione, mentre le scarpe e il casco finirono da tutt’altra parte. Trasportato in ospedale, fu tenuto in vita giusto il tempo di permettere l’ultimo saluto alla moglie Joanna, che lo aveva sempre sostenuto.
A soli 32 anni
ci ha lasciati così un pilota che, no, non era un campione del mondo, ma aveva capito come si poteva guidare con sorpassi e staccate al limite della concezione umana. Il numero 27 in Ferrari, ovvero il numero di Gilles Villeneuve, ancora oggi conserva un significato intenso, nonché un alone di inquietudine e paura per quanto ha rappresentato.

Montreal, in Canada, quando le vetture passano alla “Villeneuve”, la curva dedicata a Gilles, sembra quasi di sentire lo spirito del canadese che prova a dar forza ai 22 piloti in gara per consacrarsi leggende della Formula 1. Probabilmente l’unico riuscito ad ereditare questo spirito è stato Ayrton Senna da Silva, leggenda della Formula 1 della generazione successiva a quella di Gilles Villeneuve.
Enzo Ferrari da sempre ha tenuto conto delle vittorie, ma col canadese è andato oltre e probabilmente si è anche divertito di più per un sorpasso che per una vittoria. Per questo motivo Gilles Villeneuve verrà ricordato come il “pilota perdente”, dalle doti maestose e fuori dal comune.

Potrebbe interessarti: