Articolo di Pierluigi Gabriele
Le figure femminili nel rock hanno sempre avuto un ruolo cruciale. I personaggi cardine sono rappresentati certamente da artiste del calibro di Janis Joplin, Debbie Harry dei Blondie, ma anche l’odiata Courtney Love e la sacerdotessa del rock Patty Smith. Chiaramente ce ne sono state altre e di egual bravura, ma ora, complice la crisi di un genere ancora in auge ma che non ha lo stesso appeal di qualche anno fa, ha sempre di meno di queste figure a cui appellarsi. La Cool britannica però ancora una volta ci ha riservato una figura estremamente carismatica e di una vocalità potente e viscerale. Tutto questo è Florence Welch, artista londinese che insieme ad Isabella Summers fonda nel 2007 i Florence and the Machine. Dal loro primo album del 2009, “Lungs” la band e Florence saltano subito all’attenzione, consacrandosi immediatamente.
Florence è stata spesso paragonata a Kate Bush, sia per l’estensione vocale, che per i temi spesso malinconici utilizzati nei suoi brani. La passione per la poesia emerge sin dal suo primo lavoro, con richiami al suo poeta preferito Ted Hughes. Ora, arrivata al quinto album “Dance Fever”, la poliedrica artista inglese continua a rappresentare un qualcosa di difficilmente catalogabile nel panorama musicale attuale, con i suoi testi molto onirici e rinascimentali. Lei stessa ricorda la Lady Godiva,(nobildonna vissuta nel Medioevo) ritratta nel dipinto di John Collier alla fine dell’800, ed intitola in questo ultimo lavoro un brano “Choreomania”, pezzo fondamentale dell’album e che viene ispirato proprio da una pratica medievale incentrata sui balli di gruppo fino allo sfinimento. Il ballo riportato nel brano è un invito a rinnovarsi, ma anche a liberarsi dalle proprie brutture con la danza, arte in cui la cantante è abile maestra.
Il brano d’apertura invece, King, è pregno di un’atmosfera amabilmente orchestrale che si dipanerà anche nel brano successivo, Free, quest’ultimo più in linea con i gusti attuali, utilizzando il sintetizzatore in un elettro-pop dove si sente la mano della co-fondatrice della band Isabella Summers. I tre singoli sin ora pubblicati, tra cui la sopracitata “King” sono “Heaven is Here” e “My Love” sono stati tramutati in videoclip dal coreografo Ryan Heffington e diretti da Autumn de Wilde. L’album invece, registrato a Londra durante la pandemia, fa esplodere Florence nello sconforto del mancamento degli affetti e delle cose più basilari durante l’isolamento, ma anche i live, che per alcuni artisti rappresentano la vera e propria benzina per la creatività. La speranza di tornare alla normalità però fa sviluppare nell’autrice anche una piena consapevolezza di se stessa, impegnandosi appieno nella stesura delle canzoni.
L’album è chiaramente strutturato per un tour faraonico, che partirà a breve per poi proseguire anche in inverno. Per ora Florence si è concentrata sui piccoli live, creati apposta per mantenere una atmosfera intima con i fan, e che hanno fatto sold out in pochi minuti in UK e si sono confermati un piccolo banco di prova per la ripresa nelle grandi arene di una delle artiste più interessanti nel panorama mondiale. Inoltre sono stati realizzati delle interessanti versioni remixate del singolo “My Love” ad opera del trio italiano Meduza e precedentemente dal suo co-produttore Dave Bayley, frontman e producer della band indie rock di Oxford Glass Animals, così per ingolosire i fan nelle versioni del disco numerate.