In occasione delle celebrazioni del 2 giugno, festa della Repubblica italiana, il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, ed il sindaco della città facente funzioni, Paolo Brunetti, hanno preso parte alla tradizionale cerimonia svolatasi presso il Monumento ai Caduti sul Lungomare Falcomatà.
«Oggi – hanno detto – è una giornata molto importante per il nostro Paese che, 76 anni fa, scelse la Repubblica, aprendo le porte alla libertà ed alla democrazia dopo una sanguinosa e feroce dittatura ed al culmine di una guerra catastrofica».
«L’Italia che conosciamo – hanno aggiunto Versace e Brunetti – è frutto del sacrificio di quanti hanno combattuto per la libertà e la giustizia, ma soprattutto del coraggio e della forza di un popolo capace di rialzarsi e reagire, di dimostrarsi realmente unito e di risorgere con uno slancio d’orgoglio che portò ad una moderna e rinnovata forma di governo».
«La nostra Costituzione – hanno proseguito i sindaci – bussola per ognuno di noi, ci ricorda come la Repubblica non può essere oggetto di revisione. Da quel 2 giugno 1946, dunque, non si torna più indietro ed è questo una delle più grandi conquiste che dobbiamo ai Padri costituenti».
«La festa che celebriamo oggi – hanno continuato – è la festa della democrazia, contro i fascismi e i revisionismi, per la pace, l’uguaglianza, la libertà, la fratellanza ed il rispetto fra i popoli, per la memoria ed il ricordo. È necessario, quindi, conoscere la storia per scongiurare ogni pericolo di ricaduta negli errori che portarono a morte e distruzione l’Italia intera».
«Purtroppo – hanno concluso i sindaci Versace e Brunetti – quello che pensavamo non potesse più accadere, sta sconvolgendo i confini dell’Europa e distruggendo un’intera popolazione. Il conflitto russo-ucraino è un abominio novecentesco che il mondo intero non può accettare. Facciamo, dunque, nostre le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, quando dice che, con lucidità e coraggio, occorre porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere la pace. Una pace che la nostra Penisola ha conosciuto poco meno di 80 anni fa e che deve tutto a uomini.