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Partito anche in Calabria il progetto RESPIRO

Tribunali, Procure, Forze dell’ordine, Regione, Assistenti sociali, psicologi, enti e associazioni pronti a lavorare insieme per i cosiddetti "orfani speciali"

di Paolo Frascati

Fare rete, lavorare concretamente a realizzare un percorso di aiuto efficace per bambini rimasti orfani del
genitore perdendo contemporaneamente anche l’altro. E’ questo, in estrema sintesi, l’obiettivo che le
procure, i tribunali per i minori, i tribunali, le forze dell’ordine e gli enti preposti all’iter di azione sugli orfani
speciali si sono dati nel corso della tavola rotonda. E’ partito così in Calabria, con l’incontro ufficiale svoltosi
nella sala del consiglio comunale di Marina di Gioiosa, il progetto RESPIRO; selezionato dalla Fondazione
Con i Bambini nell’ambito delle azioni per il contrasto della povertà educativa minorile, che vuole portare
l’attenzione sulla condizione, complessa e sommersa, dei cosiddetti orfani speciali, i bambini e le bambine
rimasti orfani a seguito della morte di un genitore per mano di un altro genitore.
All’incontro erano presenti per partecipare attivamente al progetto il Vescovo di Locri-Gerace Monsignor
Francesco Oliva, l’assessora regionale al welfare Tilde Minasi, Felice Torricelli e Santo Cambareri,
rispettivamente presidente e consigliere nazionali ENPAP, Danilo Ferrara, presidente regionale dell’ordine
degli assistenti sociali, il sindaco della cittadina ospite, Giuseppe Femia. A loro l’introduzione istituzionale
che si è tradotta nella presa di impegno concreta sul progetto. Alla tavola rotonda sono stati invece affidati i
lavori di analisi e proposta, per cominciare ad agire in modo armonico sui bambini ma anche su tutto il
sistema della loro vita dal momento della tragedia in poi.
Sono oltre 2.000 gli orfani di femminicidio in Italia. Gli eventi traumatici e dolorosissimi che i cosiddetti
orfani speciali devono affrontare hanno un impatto psicologico devastante con conseguenze su tutta la loro
sfera di vita. (Dati Osservatorio Con I Bambini – Openpolis 2021)
Ma i dati non sono precisi, infatti dal tavolo dei lavori è emersa anche l’esigenza di realizzare una mappatura
delle famiglie che contano orfani speciali. Non esiste ancora in Calabria una banca dati e un sistema di
coordinamento regionale che possa attivarsi velocemente. Come occorre anche lavorare ad attivare i sistemi
normativi e di assistenza esistenti ma non concretizzati e ad individuare nuove forme di aiuto e servizi per i
caregiver, cioè le persone, spesso – ma non sempre -familiari vicini agli orfani, che dal fatto delittuoso
dovranno prendersene cura con l’incombenza di gestirne anche il trauma. Situazione di estrema delicatezza
che, se non affrontata come necessario, pregiudicherà il futuro di piccoli innocenti vittime di violenza.
Impegno preso anche dall’assessora regionale Tilde Minasi che ha sottolineato l’importanza “di operare in
rete, intesa come prima soluzione. Comprendendo anche una riforma regionale del terzo settore per
ottimizzare le azioni anche in questo ambito.”
I dettagli del progetto sono stati delineati dal coordinatore nazionale Fedele Salvatore, presidente della
cooperativa Irene 95 e da Giuseppe Lombardo, presidente dell’associazione SINAPSI che ha la gestione
regionale del progetto RESPIRO. Dalle parole di Lombardo emerge l’assoluta necessità di operare anche
celermente sulla mappatura dei casi, sul coordinamento delle azioni, sullo studio delle procedure. La
risposta delle istituzioni è stata importante per cominciare a creare un lavoro armonico. Come d’altra parte
è emerso dalla tavola rotonda:
Tiziana Amodeo, GOT al tribunale di Reggio Calabria ha introdotto al tema della violenza domestica, alla
distinzione tra i casi di conflitto e di violenza fino ad arrivare al femminicidio (che conta il maggior numero di
orfani speciali) con la richiesta di lavorare ad un migliore coordinamento degli uffici preposti ai casi, senza
trascurare la prevenzione e sostenendo le nuove forme di risoluzione dei conflitti familiari. Stessa scia,
quella della necessità della rete, espressa da Maria Carmela Callà, presidente della Camera minorile
l’Aquilone presso il Tribunale di Locri. Rete e tempistica le parole chiave enunciate dall’avvocata che ha
parlato anche di attenzione alle vittime secondarie, parenti della vittima spesso, che accolgono in poche ore
il lutto e la gestione dei minori, da trattare con procedure precise e attente.
E’ la docente dell’Unical Angela Costabile a definire anche il modo di agire per realizzare la rete che ormai è
emersa come prima tappa nella realizzazione del progetto. Una rete fatta anche con un lavoro di formazione
che porti tutti gli operatori, diretti e indiretti, a “parlare la stessa lingua”. In effetti sono così tanti gli attori e
così differenti i ruoli professionali, che risulta indispensabile operare proprio sull’omogeneità di termini e
comprensione della individuazione delle fattispecie.
Emerge un quadro dunque chiaro pur nella grande incertezza dei dati. Realizzazione di una rete efficace,
coordinamento tra gli uffici preposti, formazione, prevenzione, anagrafe e mappatura dei casi, compresi
quelli difficilmente rintracciabili come le morti legate alla criminalità. Messa a sistema delle azioni,
ottimizzazione della normativa esistente attraverso la sua pedissequa applicazione. Ricerca, studio e cura
degli effetti devastanti anche a livello neurologico, dei traumi e delle ferite subite dai bambini, come
sottolinea Costabile. L’azione culturale emerge come importante prevenzione dei casi. Dalle testimonianze
di Francesca Mallamaci, che arriva dalla gestione di centri Antiviolenza e Maria Cecilia Rebecchi, sostituto
procuratore della Procura presso il tribunale di Vibo Valentia, passando dall’intervento del Maresciallo
Claudia Gentili del Comando Carabinieri di Marina di Gioiosa e concludendo con Patrizia Surace, GOT
presso il tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, è la prevenzione della violenza la prima arma contro
l’aumento di casi di orfani speciali. Quando già il minore che subisce o assiste alla violenza è vittima e
soggetto esposto al trauma, e che ne subisce già i danni.
Lo dice anche la testimonianza, ascoltata dai presenti all’incontro, di un giovane, figlio di una vittima, Tiziana
Marra; lunghi, difficili e importanti i passi avanti fatti da un bambino che ha visto la madre uccisa per mano
del padre, che ha temuto per la propria vita e che ha visto quella della madre spegnersi , che ne ha portato
il peso. Senza il supporto di una rete avrebbe vissuto una vita diversa e più difficile. “Ma ancora sono tante
le cose da fare”, il suo è un monito, perché nessun bambino debba vivere quello che lui ha vissuto.
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Il progetto RESPIRO intende promuovere un modello di intervento e di cura che possa garantire una
risposta efficace per la protezione di bambini e bambine quando si verifica un crimine domestico, affinché
i più piccoli e i loro familiari non siano più soli, ma vengano accompagnati in un percorso di sostegno.
Il progetto vuole inoltre favorire un cambiamento culturale, costruendo insieme ai media e ai comunicatori
un’alleanza per diffondere un nuovo approccio alla prevenzione della violenza domestica.
A dare vita a questo intervento quadriennale è una rete di 13 partner attivi su tutto il territorio nazionale e
in particolare in Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Ente coordinatore per la Calabria l’Associazione Sinapsi, di Marina di Gioiosa Jonica, con la partecipazione
sinergica di oltre 50 enti, pubblici e privati, attivi in questa Regione
Per contatti e interviste:
Dott. Giuseppe Lombardo 329 0634823
Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà
educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il
Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di
natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei
minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini,
organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL
SUD. www.conibambini.org
Il progetto è realizzato da IRENE ’95 Cooperativa Sociale in partenariato con: Az. Ospedaliera Giovanni
XXIII di Bari, Centro Famiglie Catania, Cestrim onlus, CISMAI, CIPM Sardegna, Consorzio CO.RE, Progetto
Sirio, Save The Children, Terre des Hommes, Centro Antiviolenza Thamaia, Koinos coop.sociale,
Associazione Sinapsi

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