Dopo le bollette ed i carburanti arrivano nuovi aumenti per gli italiani e, in particolari, per gli utenti delle strade. A partire dal mese di luglio, è atteso un rincaro dei pedaggi autostradali “intorno all’1,5% – dice Roberto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia – ne stiamo discutendo con il ministero”.
Non un aumento pesante, ma comunque un ennesimo colpo alle tasche degli italiani che, nel corso dell’ultimo anno, tra la pandemia e la guerra, devono sborsare molto di più per mantenere il loro normale stile di vita. “In questi primi sei mesi abbiamo avuto un incremento importante in termini dei costi dei materiali – spiega Tomasi – che varia, mediamente, dal 20 al 30%. Poi ci sono voci anche con incrementi superiori, ma non possiamo bloccare i nostri investimenti”.
Così, se ci sarà l’accordo con il ministero, arriveranno questi rincari. “Ricordo che le nostre tariffe sono rimaste bloccate a partire dal 2018”, prosegue il dirigente di Aspi. Come dicevamo, dovrebbero partire all’inizio del mese di luglio, proprio alla vigilia dei due mesi di esodo estivo. Anche se attendiamo l’eventuale ufficializzazione.
Immediata la reazione da parte di Assoutenti, che ha dichiarato di essere pronta ad impugnare l’eventuale decisione anche davanti al Tar del Lazio per bloccare gli aumenti autostradali. “Anche solo l’idea è improponibile – le parole del presidente Furio Truzzi – Gli automobilisti che utilizzano l’infrastruttura autostradale pagano ogni giorno il prezzo di un servizio in netto peggioramento, tra cantieri, ritardi, traffico e criticità varie. I prezzi dovrebbero diminuire, non aumentare”.