Passeggiare per le vie di Santo Stefano in Aspromonte significa camminare tra le pagine di un bellissimo libro di storia illustrato con pregevoli opere d’arte grazie all’ impegno dell’amministrazione comunale guidata dal lungimirante sindaco dott. Francesco Malara. Questo interessante libro di storia evidenzia i momenti più salienti e i protagonisti più importanti della storia di Santo Stefano, tra questi ricordiamo: i monaci basiliani del convento di “S. Giovanni in Castaneto”, la Fontana dell’acqua “medicinale”, San Silvestro, i patrioti Romeo e Garibaldi, la battaglia di Gambarie d’Aspromonte.
Sabato 27 agosto in via lisciandro il libro di storia è stato arricchito con un’ulteriore importante pagina: quella della “Chanson D’Aspremont”. Infatti, sono stati inaugurati quattro splendidi pannelli in ceramica sui quali sono stati illustrati alcuni importanti episodi del poema:
– l’arrivo dei paladini di Carlo Magno in Aspromonte per respingere i saraceni,
– l’intervento di tre santi in aiuto di Orlandino,
– la lotta di Naimo di Baviera contro il Grifone e
– il combattimento presso la fonte dell’acqua medicinale durante il quale Orlandino salva lo zio Carlo uccidendo il saraceno Almonte.
Il sindaco Malara ha illustrato le suddette scene evidenziando che, per la sua Amministrazione, la cultura è uno strumento fondamentale per lo sviluppo e la crescita morale ed economica del paese. Dopo la benedizione di queste pregevoli opere per mezzo del sacerdote don Salvatore Barreca, presso l’auditorium sala del Carmine, si è svolto il convegno: la Chanson D’Apremont.
Il sindaco ha fatto gli onori di casa salutando i convenuti e i relatori ed ha avviato i lavori sottolineando l’importanza dell’Aspromonte, del ruolo storico svolto da Santo Stefano e l’importanza del binomio turismo e cultura per il suo paese. Successivamente il prof Diego Geria, con alcune suggestive slide, ha chiarito la chiave di lettura utilizzata per illustrare questo capolavoro della nostra letteratura, evidenziando: il ruolo di protagonista svolto dall’Aspromonte nel poema, l’importanza della lingua volgare, la società dell’epoca, i valori alla base del poema, le differenze tra cristiani e cavalieri e le tragiche ed esaltanti vicende narrate dalla Chanson. Il prof Geria ha poi identificato i luoghi di questa bella storia che non sono specificati nelle ottave, ma accuratamente descritti. Seguendo quindi queste descrizioni ha indicato: Bagnara, la grotta di S. Elia, Risa, il castello di Calanna, i piani d’Aspromonte, il bosco delle pinelle con i terreni Rossi, la fonte dell’acqua medicinale (S. Stefano), Montalto e la vallata di Polsi.
Subito dopo sono intervenuti la preside Carmelina Sicari, la quale ha ritrovato nella biblioteca di Ferrara il manoscritto originale del 500 e il prof. Giuseppe Romeo dirigente scolastico dell’istituto comprensivo De Amicis-Bolani di RC. I due presidi hanno sostenuto la necessità di rinvigorire l’orgoglio dell’appartenenza alla nostra terra, l’assoluto rifiuto di qualsiasi retropensiero di commiserazione e vittimismo che spesso aleggia nel sud e l’importanza della nostra storia locale nel contesto internazionale ricordando che l’Aspromonte è la porta sud dell’Europa. Nel poema, la nostra montagna diviene baluardo di difesa, muro e barriera all’avanzata di culture, tradizioni e fede che avrebbero annullato la nostra storia comune identitaria. La storia dell’Aspromonte non è storia di banditi, ma storia che diviene identità personalissima nell’ottica della crescita di una cultura comune verso l’identità nazionale europea. In questo bel pomeriggio a Santo Stefano è ritornato concretamente Carlo Magno con i suoi paladini e le pregevoli opere d’arte che possiamo ammirare per le strade del paese e che divengono testimonianza dei nostri valori e della nostra civiltà dei quali dobbiamo essere fieri e orgogliosi.