Effetti nefasti per l’economia italiana e per la fiducia dei cittadini e delle imprese nei confronti dello stato: è questo lo scenario predetto dall’ANCE Reggio Calabria, la sezione locale dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Confindustria.
Materia di preoccupazione è il decreto “Aiuti Quater”, di fatto la prima presa di posizione del Governo Meloni, che prevede un sostegno di 9,1 miliardi di euro per imprese e famiglie contro il caro energia, al prezzo di un significativo ridimensionamento del Superbonus edilizio, la cui copertura scenderà dal 110 al 90% per gli interventi previsti a partire dal 2023.
Secondo il governo, la misura si rende necessaria al netto delle frodi sulla cessione dei crediti e della lievitazione dei costi delle materie prime, che avrebbero provocando una “distorsione del mercato” e un “buco di circa 38 miliardi”. Insomma, spiega il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti.
una misura troppo cara per troppi pochi beneficiari. Di tutt’altro avviso è l’ANCE, secondo cui la rimodulazione ha già gettato nello sconforto imprese e contribuenti, soprattutto locali, che riponevano fiducia nella legge investendo somme ingenti per risponder adeguatamente alla domanda di riqualificazioni edilizie supportate dal superbonus. Secondo l’ANCE, senza una fase transitoria adeguata e senza una soluzione concreta per sbloccare i crediti incagliati, come quella individuata insieme all’Abi che prevede l’utilizzo degli F24, il superbonus si bloccherà per sempre, con gravi ripercussioni sia economiche – per centinaia di migliaia di contribuenti e per la crescita del Paese – che in termini di transizione ecologica.