“Reputo inquietante l’allarme lanciato da Save the Children in occasione della presentazione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia 2022”: è quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, a parere del quale: “Su tutti i fronti, dalle aspettative di vita in buona salute ai servizi di assistenza più elementari, il divario tra i nostri bambini e quelli del nord è pazzesco, al limite dell’incredibile”.
Per Marziale: “I dati del report segnano per il sud, ma ancor più marcatamente per la Calabria, una situazione drammatica, oggettivamente riscontrabile su ogni fronte e che obbliga le istituzioni politiche ad ogni livello a rispondere, perché il rischio è quello di una popolazione sempre più anziana ed incapace di progettare il futuro. Di questo passo c’è il rischio di una desertificazione del territorio che non è fantascientifica, perché chiunque abbia figli piccoli non può tendere che ad una dolorosa via di fuga da una prospettiva così disastrosa”.
“Assumendo l’incarico di Garante dei minori calabresi per il secondo mandato – spiega il sociologo – ero ben cosciente dei problemi con i quali avrei impattato dopo due anni e mezzo di vacatio, giacché una legge istitutiva da modificare non prevede alcuna proroga fino ad ingresso di un nuovo Garante, ma sinceramente la situazione è ancor più preoccupante di quanto avessi immaginato, per via soprattutto di una povertà globale sempre più acuta e decenni di politiche in grado di farci ereditare soprattutto macerie e inadempienze, una su tutte la mancanza di un reparto pubblico di neuropsichiatria infantile nella regione a più elevato indice di disagio psicosociale”.
“Fido moltissimo nella volontà del governo e del consiglio regionale di rispondere concretamente, sia pur tra molteplici difficoltà, a questo stato di cose – conclude il Garante – perché la posta in gioco è altissima e quando riguarda i bambini non può prescindere dall’apporto costruttivo di tutti indistintamente, maggioranza ed opposizione per dirla in gergo politico”.