In occasione della XVI Giornata Europea contro la tratta di esseri umani, istituita il 18 Ottobre del 2006 dalla Commissione Europea, si è svolta, presso l’Aula Magna dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, la presentazione del volume collettaneo “Doppio Sguardo” edito da Maggioli.
L’iniziativa è stata promossa e organizzata dalla “Piccola Opera Papa Giovanni”, ente capofila del progetto IN.C.I.P.I.T., al fine sia di rafforzare la sensibilità civica e istituzionale rispetto alla tratta e allo sfruttamento delle donne nigeriane sia di mettere in luce gli aspetti antropologici, culturali, sociali e politici del fenomeno.
Proprio le molteplici sfaccettature della tematica hanno reso fondamentale la partecipazione di illustri personalità del panorama reggino che, attraverso l’esercizio etico ed alacre delle rispettive professioni, hanno dimostrato una notevole sensibilità rispetto all’argomento. Presenti il Prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di RC, Roberto di Palma, il Colonnello Marco Guerrini, l’avvocato Lucia Lipari per l’ente capofila “Piccola Opera Papa Giovanni”, il dottor Antonino Foti, magistrato presso il Tribunale di Reggio Calabria, la Professoressa dell’UNIDA Elisa Vermiglio, il Professore dell’Università La Sapienza, Francesco Carchedi, l’avvocato Maria Rosa Impalà per il progetto IN.C.I.P.I.T., l’avvocato Pasquale Costantino, consulente legale del progetto IN.C.I.P.I.T., il Direttore di Strill, Raffaele Mortelliti.
Tutti gli interventi hanno portato ad una disamina puntuale del quadro di riferimento, nell’ambito della quale non sono mancate le riflessioni e le possibili soluzioni per arginare questo dramma sociale.
Il Prefetto Mariani, il Procuratore Di Palma, il Colonnello Guerrini ed il Magistrato Foti hanno illustrato l’enorme portata del fenomeno della tratta e dello sfruttamento, lanciando anche un preoccupante monito, ossia la recrudescenza del fenomeno stesso: dati alla mano, infatti, emerge che tra il 2015 e il 2016 il numero di sbarchi di donne nigeriane è quasi raddoppiato, salendo a 11.092, dato che purtroppo è destinato ad aumentare esponenzialmente e che rende il fenomeno della tratta “la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo”, come asserito icasticamente da Papa Francesco.
Tali dati sono suffragati anche dall’inchiesta svolta nell’ambito del progetto IN.C.I.P.I.T., dal quale il libro presentato durante la conferenza ha ricevuto l’abbrivo. L’Avv. Lipari, l’Avv. Impalà e l’Avv. Costantino, referenti del progetto, hanno stigmatizzato non solo la disinformazione sul fenomeno da parte dell’opinione pubblica, ma anche la strumentalizzazione da parte dei media dell’emergenza migranti, espressione a volte artatamente coniata per creare la figura del “migrante antagonista” portatore di incertezza socioeconomica.
La pandemia e successivamente lo scoppio della guerra in Europa hanno incrementato vertiginosamente il livello di povertà, comportando, come concausa, una terribile recrudescenza del fenomeno della tratta e dello sfruttamento; infatti l’aumento della povertà è direttamente proporzionale all’aumento della vulnerabilità delle persone indigenti, le quali rischiano sempre più di diventare vittime di carnefici senza scrupoli.
Tuttavia, la criminalizzazione dei trafficanti/sfruttatori non appare sufficiente. Non può essere l’unica strada percorribile. L’azione anti-tratta di per sé non è fine a sé stessa. L’azione anti-tratta deve essere accompagnata certamente dall’effettiva applicazione della legge, dall’imposizione di pene severe per i criminali, dal rafforzamento della cooperazione giudiziaria transnazionale, bilaterale o multilaterale, per coordinare l’investigazione e l’intercettazione dei trafficanti, dalla facilitazione delle procedure di estradizione dei colpevoli, e dalla comune protezione dei testimoni e da accordi di frontiera. Ma anche, in parallelo, deve essere accompagnata da programmi sociali, economici e scolastico-culturali. Inoltre, occorre sostenere le componenti giovanili – autoctoni e migranti – facilitando i corrispettivi percorsi di integrazione sociale, sanitaria e professionale