Un appuntamento importante quello che ieri ha celebrato i 50 anni dall’introduzione del tempo pieno nella scuola primaria. Interventi di relatori competenti hanno arricchito un dibattito interessante presso la sala del teatro dell’istituto comprensivo di Oppido Mamertina. Interventi e relatori di spessore si sono confrontati durante il convegno “(1972 – 2022) 50 anni di tempo pieno nella scuola primaria: attualità e prospettive di un modello didattico. Ad aprire i lavori è stata la dirigente scolastica Francesca Maria Morabito la quale, dopo i saluti di rito, ha introdotto l’argomento facendo riferimento all’importanza della scuola a tempo pieno quale elemento di incontro tra le esigenze della famiglia, della società e le esigenze educative. La dirigente ha poi fatto un breve excursus sull’argomento e sulla nascita del tempo pieno facendo emergere come il tempo pieno è nato dalle esigenze lavorative del tempo e da una necessità di cambiare il mondo della scuola con attività innovative.
Oltre al sindaco di Oppido Mamertina Bruno Barillaro, a portare i saluti istituzionali è stata la vicepresidente della Regione Calabria Giusy Princi che, da esperta nel settore scolastico ha portato un contributo fondamentale per l’approfondimento. La vice presidente ha confermato la necessità che la scuola si apra al territorio, una scuola che coinvolge le famiglie attraverso delle alleanze, delle prese di coscienza, delle realtà scolastiche che si rifanno a un modello dinamico e flessibile. La Princi si è poi complimentata con la realtà di Oppido in quanto antesignana del modello educativo facendo riferimento alla necessità di interloquire e rafforzare la comunicazione tra le forze istituzionali e gli enti locali. Nel suo ruolo politico la Princi si è, infine, fatta portavoce delle attività che sono in itinere e che verranno promosse dalla giunta regionale. Ha rilevato, dopo il suo insediamento, che ci sono stati dei fondi che sono stati restituiti all’Unione europea mettendo in evidenza quanto sia importante, invece, indirizzare queste risorse economiche verso un miglioramento e rafforzamento della struttura scolastica in termini di interventi a livello strutturale. La proposta, quindi, è quella di indirizzare le risorse economiche alla scuola dell’infanzia sia dal punto di vista del potenziamento delle strutture presenti sul territorio sia sugli interventi in termini di attività.
Ad entrare nel vivo dei lavori è stato il già dirigente scolastico Giovanni Gareffa che ha fornito una testimonianza storica, il ricordo di un’avventura che ha segnato un passaggio e un cambiamento importante nella scuola. La sua testimonianza ha ribadito come il tempo pieno sia stato fondamentale per dare un input al territorio. Ha ricordato, con emozione, di essere stato il promotore del tempo pieno ad Oppido Mamertina facendosi portavoce delle esigenze del territorio e come, con non poche difficoltà, sia riuscito ad avviare un progetto ambizioso quale quello del tempo pieno in una realtà dell’entroterra fortemente a vocazione agricola, rispondendo così alle esigenze del territorio.
A riportare uno sguardo al presente è stata la coordinatrice dei dirigenti tecnici dell’Usr Calabria Loredana Giannicola la quale, in collegamento, ha affrontato il rivoluzionario ruolo della scuola che, però, ha risentito dello schiacciante peso della tecnologia dovuto ai due anni di pandemia che hanno inevitabilmente costretto tutti fare uso dei supporti tecnologici, quindi, a creare una sorta di isolamento. Proprio per questo è auspicabile attraverso anche il tempo pieno ritornare ad un modello alternativo che attui una giustizia educativa di supporto alle famiglie.
Ma il tema del convegno ha voluto dare una prospettiva storica di cambiamento guardando alle esigenze odierne ed è proprio per questo che fondamentale è stato il contributo del sociologo Francesco Rao, il quale ha illustrato un modello a costo zero. Un modello interculturale di scuola aperta non solo al dialogo educativo ma anche fisicamente aperta al territorio. Protagoniste sarebbero le tante associazioni e le varie istituzioni che possono trovare nella scuola una sede fisica dove svolgere le attività, apportando contemporaneamente, non solo valore culturale ma anche intervenendo fisicamente sul miglioramento a livello strutturale.