L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria ha dedicato gli appuntamenti del mese di dicembre al mondo del Natale con particolare attenzione alla tematica del presepe e della sacra famiglia.
Nascono così ha ricordato il presidente Muse prof. Giuseppe Livoti gli appuntamenti che ci hanno visto nelle scorse settimane trattare il tema della Natività con Mons. Pasqualino Catanese partendo da una tela di fine settecento proveniente dalla quadreria della referente Muse Dimore Storiche Marinella Malgeri, la conoscenza dei presepi storici tra Basilicata e Campania ed ora la tradizione del presepe con creativi che operano nel nostro territorio calabrese. Nei giorni scorsi, così, i soci sono stati in visita al grande presepe che viene realizzato e potenziato di anno in anno dalla prof.ssa Anna Iacopino.
L’opera dalle dimensioni molto grandi, ricorda Livoti si basa fondamentalmente su una suddivisione in tre grandi livelli, dove emerge in una sequenza ritmata il cosiddetto “diversorio”, ovvero hostarie, locande, mercati, animali, tanti, figure e tanti pastorelli, e poi ancora carretti, bancarelle, sedie, tavolini, e suggestive vedute di interni.
Dunque una convivenza del “Mistero” posto al centro della grande composizione e del “Diversorio”, parte sacra e profana della S.S. Natività’ seguendo i dettami della tradizione napoletana. Il mercato così come nel presepe napoletano del ‘700 è presente anche in questa realizzazione con le varie attività lavorative che rappresentano come in un’istantanea i principali commerci che si svolgono lungo tutto l’anno. Quindi è possibile interpretare arti e mestieri come personificazioni dei mesi seguendo questo schema: gennaio con il macellaio o salumiere, febbraio con il venditore di ricotta e formaggio, marzo con il pollivendolo, aprile con il venditore di uova, maggio con la donna che vende ciliegie, giugno con il panettiere, luglio con il venditore di pomodori, agosto con il venditore di cocomeri, settembre con il contadino o seminatore, ottobre con il vinaio, novembre con il venditore di castagne, dicembre con il pescivendolo. Un presepe che non ricorda la Palestina ma la nostra Calabria per la presenza di montagne e rivoli d’acqua che alludono al nostro Aspromonte. La prof.ssa Anna Iacopino ha raccontato ai presenti l’amore e la passione per la costruzione presepistica, soprattutto come attitudine alla creazione e composizione, prendendo ispirazione dalla cultura napoletana. I tantissimi pezzi, così di produzione napoletana hanno in comune il fatto di essere meccanizzati e dunque nella successione scenografica, creano davvero un intenso momento di vita animata e vera, proprio nel momento della nascita del bambino. Tradizione approfondita dalla Iacopino sin dall’infanzia dove colla, farina e carta erano l’elemento base per costruire la scenografia naturale, il paesaggio che oggi con il passare del tempo viene rianimato da statuine che identificano non solo antichi mestieri. Una passione, dice la Iacopino, cresciuta nel tempo che è non solo, rispetto del passato ma, diventa un vero e proprio processo di costruzione che dovrebbe essere tramandato in ogni famiglia, segno tangibile di come nella creatività si possano comunicare valori veri ed autentici, soprattutto nel periodo storico che stiamo vivendo. A fine visita il presidente Livoti a nome de Le Muse ha consegnato una targa all’artista evidenziando come Anna Iacopino “…rivivifica di anno in anno con le sue realizzazioni una storia sacra millenaria”.