Ha fatto scalpore la notizia del sequestro nel pieno centro della città di Reggio Calabria di una casa di cura per disabili mentali completamente abusiva e priva dei requisiti strutturali ed organizzativi necessari per l’assistenza alle “persone deboli”.
Persone costrette a mangiare alimenti scaduti, a dormire in quattro in una stanza, ad essere assistiti da personale non qualificato e senza figure sanitarie. Quella che viene dipinta è una situazione infernale, per la quale i familiari dei pazienti sborsavano mensilmente anche ingenti somme di danaro.
Ma è troppo facile oggi per le istituzioni plaudire all’operato dei NAS, dimenticandosi – o facendo finta di farlo – che dal 2015 nel territorio reggino vige il blocco dei ricoveri nel settore psichiatrico, e che quindi i familiari, impossibilitati a poter far assistere i loro cari, sono costretti a ricorrere alle cure fuori territorio, a tenerli in casa o a rivolgersi a situazioni di questo tipo.
Da anni le realtà sociali della nostra città, nate dopo l’approvazione della Legge Basaglia e la chiusura del manicomio cittadino, aspettano di capire cosa sarà del loro futuro, con strutture ormai quasi vuote e con personale qualificatissimo ma che rischia di perdere il proprio lavoro a causa di una burocrazia cui interessa poco dare risposte a questa problematica.
Non basta quindi aggredire quelle che sono semplici manifestazioni sintomatiche di un male che va avanti da anni. Sblocchiamo i ricoveri e ridiamo dignità a lavoratori e strutture che da anni svolgono in maniera professionale e coscienziosa l’assistenza ai pazienti psichiatrici.