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Processo ‘Ndrangheta Stragista, Bruzzese: “Fermo del ’76 a Roma preliminare al rapimento del presidente Moro”

Il collaboratore di giustizia: "Mio padre e Teodoro Crea mi dissero che la 'Ndrangheta aveva le sue responsabilità nel rapimento del presidente Moro"

di Chiara Cucinotta

Durante l’ultima seduta del processo ‘Ndrangheta Stragista, contro Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha prodotto in aula una lettera del collaboratore di giustizia Girolamo Biagio Bruzzese, in cui scrive: “Mio padre e Teodoro Crea mi dissero che la ‘Ndrangheta aveva le sue responsabilità nel rapimento del presidente Moro. Il fermo avvenuto nel 1976/1977 a Roma, presso il ristorante Il Fungo dell’Eur, dei soggetti Giuseppe Piromalli, Paolo De Stefano, Pasquale Condello, Mammoliti Saverio e l’esponente della banda della Magliana, era un preliminare atto al rapimento Moro“.

Bruzzese ha inoltre parlato di un traffico di armi che sarebbe stato gestito da un congiunto di Filippone, e di un grosso quantitativo esplosivo, precisamente tritolo, che sarebbe stato in possesso delle cosche Mancuso e Piromalli. Il procuratore aggiunto Lombardo ha chiesto che la lettera venga acquisita dalla Corte d’assise d’appello. Nei prossimi giorni, le difese di Graviano e Filippone valuteranno se prestare il consenso. Subito dopo la Corte deciderà se risentire in aula il pentito Bruzzese.

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