Grazie alla collaborazione tra Banca d’Italia, forze dell’ordine e autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche, con il coordinamento di Eurojust (unità di cooperazione giudiziaria dell’Unione europea), i Carabinieri del Ros e dagli uomini del Comando provinciale di Vibo Valentia, hanno tratto in arresto, alle prime luci dell’alba, 8 persone, secondo quanto disposto dal Gip distrettuale di Catanzaro, su richiesta della DDA diretta da Nicola Gratteri.
Tutti i soggetti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di diversi reati (alcuni dei quali con aggravante mafiosa) tra cui: riciclaggio internazionale, trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale.
Tra i soggetti immediatamente condotti in carcere, c’è anche un avvocato ungherese, destinatario di un mandato d’arresto europeo, che sarebbe risultato intestatario del 50% delle quote di una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota.
Le società sono state prontamente sottoposte a sequestro, in quanto risultate fittiziamente intestate a terzi soggetti e costituite da una delle persone arrestate, allo scopo di agevolare le attività di riciclaggio. Il tutto, per favorire una cosca di ‘ndrangheta che ha la sua base operativa a Sant’Onofrio, in provincia di Vibo Valentia.
Oltre ai mandati di arresto, è stato eseguito, inoltre, un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di tre milioni di euro. Si tratta, in particolare, di: cinque società immobiliari, quattro delle quali con sede a Budapest ed una a Milano; due immobili a Pizzo Calabro; uno yacht intestato ad una società ungherese quattro veicoli immatricolati in Italia, oltre ad una serie di rapporti finanziari e conti correnti italiani e ungheresi.
L’operazione rappresenta la prosecuzione dell’indagine “Rinascita Scott” condotta nel dicembre 2019 dal Ros, che portò all’arresto di 334 persone.