Sovranisti senza vergogna e soprattutto senza sovranità, visto come si prostrano a Ue e Nato, che applaudono l’inizio della balcanizzazione del Paese, mentre solo tre giorni fa Giorgia Meloni dichiarava: “no a cittadini di serie A e di serie B”.
Poche ore fa, senza imbarazzo, la stessa Giorgia Meloni nel Consiglio dei Ministri ha varato lo Spacca-Italia leghista, che in nome del razzismo Stato allarga i divari, affossa il Sud e danneggia anche il Nord, come dichiarato persino da Bonomi.
Per rendere effettivi i Lep poi non basta definirli, occorre garantirne il finanziamento.
La domanda è: resterà unita una Repubblica dove alcuni cittadini vanteranno diritti che altri non avranno in base alla Regione di residenza?!
Sanità e Scuola pubblica non esisteranno più, tutto sarà suddiviso in 20 signorie regionali dove le privatizzazioni saranno all’ordine del giorno.
Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata implica trasformazioni radicali degli assetti di potere in Italia. Sono temi cruciali. E a definirli non può essere una semplice intesa tra stato e singola regione, travalicando il Parlamento.
Lo spacca Italia va insieme al «presidenzialismo»: lo scambio che tiene insieme la maggioranza leghista e post-fascista, con la clamorosa contraddizione di un governo di destra che vuole differenziare per legge i diritti dei cittadini in base alla regione di residenza con l’Autonomia differenziata, alimentata da pregiudizi e conformismi ad opera di leghisti e protoleghisti.
In questa giornata che segna la fine della Repubblica nata dalla Resistenza per cedere il passo ad una repubblichetta di stampo Sudamericano, va anche ricordato che questo abominio è stato reso possibile dalla irresponsabile modifica del Titolo V della Costituzione nel 2001 da parte del centrosinistra e dalla sponda offerta dal 2018 da Bonaccini a Zaia e Fontana.
Natale Cuccurese e Massimo Cogliandro a nome del Consiglio Direttivo Nazionale del Partito del Sud-Meridionalisti Progressisti