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Reggio Calabria,
(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 11 FEB – Undici condanne, due assoluzioni e tre prescrizioni. Si è concluso in Corte d’Appello a Reggio Calabria, per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, il processo di secondo grado nato dall’inchiesta “Edera” che, nel giugno 2019, aveva portato all’arresto di 30 persone accusate, a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina. L’indagine del Ros aveva dimostrato come il porto di Gioia Tauro non è l’unico sistema attraverso cui le cosche calabresi fanno entrare la cocaina in Europa. In collaborazione con la polizia colombiana, con quella olandese e con la gendarmeria francese, i carabinieri infatti avevano individuato una serie di soggetti, alcuni dei quali ritenuti collegati con la ‘ndrangheta della Locride, dediti al narcotraffico internazionale di sostanze stupefacenti anche in virtù della presenza di propri referenti in Sud America. La droga acquistata in Sudamerica era destinata alla vendita principalmente in Lombardia, ma anche in Veneto dove i boss della Locride hanno stabili rapporti con ambienti malavitosi locali. L’inchiesta prendeva le mosse dall’operazione “Reale” contro la cosca Pelle ed era stata coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal pm Antonio De Bernardo, oggi in servizio a Catanzaro. La Corte d’Appello reggina ha sostanzialmente confermato le accuse della Dda. Sono stati condannati Marco Arcuri (16 anni e 8 mesi di carcere), Giuseppe Bellocco (16 anni), Pasquale Calabria (15 anni e 11 mesi di reclusione in continuazione con un’altra sentenza di condanna emessa dal gup di Milano nel 2015), Francesco Cosimo Calabria (14 anni e 7 mesi), Francesco Germanò (17 anni e 4 mesi), Andres Felipe Grisales Gomez (10 anni), Alessandro Manno (19 anni e 7 mesi in continuazione con un’altra sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nel 2013), Giuseppe Punteri (4 anni e 8 mesi), Prifti Rezart (12 anni) e Francesco Trimboli (5 anni e 4 mesi). Assolti Rosario Musitano e Domenico Strangio difesi rispettivamente dall’avvocato Giampaolo Catanzariti e da Mirna Raschi e Vincenzo Nobile. La Corte d’Appello ha dichiarato la prescrizione per Alessandro Infanti, Claudio Catanzariti e Raffaele Mandarano.