In questi giorni la stampa locale e non solo si sta occupando dell’arrivo delle nuove gru al porto di Gioia Tauro: un investimento importante che rappresenta solo l’inizio per il rilancio definitivo del nostro terminal.
Accogliamo questo evento con grande speranza per il futuro ma non possiamo esprimere soddisfazione piena in quanto sotto questo bellissimo tappeto si nasconde una sostanziosa coltre di polvere.
A tal proposito vorremmo rivolgerci al presidente dell’autorità di sistema, l’ammiraglio Agostinelli.
Il presidente in un intervista rilasciata al “fatto di Calabria” qualche giorno fa ripercorre la storia del suo mandato e con essa le varie vicissitudini che hanno portato alla situazione attuale: dipinge uno scenario paradisiaco che, pur riconoscendo il lavoro difficile che ha dovuto effettuare e gli oggettivi risultati, abbiamo il dovere di confutare in virtù di tante inesattezze e del fatto che si ignori il vero motore del terminal, i lavoratori e la condizione in cui lavorano, che altrettanto oggettivamente, è tutt’altro che paradisiaca.
Riteniamo doveroso quindi rendere evidente quella polvere nascosta che il nostro presidente non ha potuto (?) vedere. In questi anni di rilancio i lavoratori del porto si sono sobbarcati oneri ingenti, hanno dimostrato una professionalità che vorrebbero riconosciuta sia pubblicamente che concretamente: niente di tutto ciò è avvenuto. Hanno continuato a fare il massimo nonostante gli stipendi fermi da più di un decennio, una politica da parte del datore di lavoro oppressiva e repressiva nel silenzio e dei sindacati firmatari e dell’autorità di sistema. Vorremmo porre all’ attenzione dell’ammiraglio il dato dei licenziamenti individuali posti in essere dal datore di lavoro, alcuni dei quali già giudicati illegittimi da parte della magistratura ma che sono serviti a seminare panico e terrore tra i lavoratori. Ci saremmo aspettati dal presidente dell’autorità di sistema un passaggio sull’ultimo grave provvedimento a carico del nostro collega e segretario del sindacato
OR.S.A., licenziato per motivi pretestuosi che nascondono unicamente l’obbiettivo di distruggere la libertà sindacale in azienda. Non ci aspettavamo ovviamente che l’ammiraglio si ergesse a giudice della controversia, non gli compete e non sarebbe giusto farlo, ma speravamo che mostrasse attenzione verso quello che rischia di essere un sopruso ed un precedente disastroso.
Non molto tempo fa il nostro presidente, a fronte di gravi fatti di cronaca all’interno del terminal, utilizzò un’espressione che noi ritenemmo inopportuna, oggi noi la facciamo nostra esprimendo grande preoccupazione: Di fronte ai gravi problemi dei lavoratori non vorremmo che lei, ammiraglio “si stia girando dall’altra parte”.
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