Domenica scorsa, la tragedia. A una settimana di distanza, i resti della barca che ha portato alla morte 70 vittime certe, e un numero imprecisato di dispersi, sono diventati, per mano dell’artista Maurizio Giglio, e per volontà di don Francesco Loprete, parroco di Le Castella di Isola Caporizzuto, una croce.
Il simbolo della speranza cristiana, fatta del sacrificio degli innocenti, è stata portata in testa alla via crucis organizzata dalla Vicaria di Belcastro e di Isola Capo Rizzuto in memoria dei migranti vittime del naufragio di domenica scorsa a “Steccato” di Cutro, nella cui parrocchia verrà poi conservata la particolare croce.
Oltre un migliaio i partecipanti, radunatisi sulla spiaggia per pregare insieme. Cittadini, fedeli, ma anche autorità civili e religiose. Una preghiera partita anche da Roma, dalla supplica di Papa Francesco durante l’Angelus in Piazza San Pietro.
I Vigili del fuoco già alle prime luci dell’alba hanno ripreso le ricerche in mare, mentre non si sono mai fermate quelle in spiaggia, che abbracciano tutto il litorale crotonese e per le quali collaborano numerosi volontari. Le attività di ricerca andranno avanti a oltranza, salvo diverse disposizioni della Prefettura di Crotone, che coordina le ricerche alle quali partecipano unità della Guardia costiera di Crotone.
Di questa mattina, invece, la notizia che potrebbe svolgersi la prossima settimana l’incidente probatorio chiesto dalla Procura di Crotone al Gip per cristallizzare le testimonianze dei superstiti. In ambienti della Procura si fa presente che questi giorni sono necessari per consentire la notifica a tutte le parti in causa, tra le quali anche i familiari delle vittime che potrebbero poi costituirsi parte civile. Un pool di legali ha già dato disponibilità ad assistere gratuitamente le famiglie.
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