“L’Autonomia differenziata, non serve al Paese”. E’ questo il tema dell’iniziativa organizzata dalla Cgil Area Vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo e dalla Cgil Calabria che si è tenuta nella Casa delle Culture (sede del Palazzo della Provincia) di Catanzaro alla presenza di Christian Ferrari, segretario confederale, componente nella segreteria nazionale Cgil.
I lavori – moderati dalla giornalista Tiziana Bagnato – sono stati introdotti da una articolata relazione del segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese. “Lanciamo da qui insieme alla Cgil nazionale e alla Cgil nazionale il messaggio per cui è un errore portare avanti il Ddl Calderoli che affossa i nostri territori. Parte da oggi la condivisione di un percorso che vogliamo fare insieme alle istituzioni, le associazioni, i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori per dire quali sono gli effetti negativi dell’autonomia differenziata, che nel Mezzogiorno aggraverà la situazione nella sanità, nella scuola, nel lavoro. Rilanciamo una mobilitazione affinché – conclude Scalese – si faccia anzitutto si faccia chiarezza sui contenuti e sui risvolti di questa riforma che spacca il paese e amplia le diseguaglianze tra territori”.
“Continueremo a contrastare ogni provvedimento che favorisce la frammentazione dei diritti civili e sociali fondamentali e a mobilitarci per interventi e misure volte invece a rimuovere le drammatiche diseguaglianze esistenti, a stanziare le risorse necessarie a ridurre i divari e a realizzare un sistema perequativo che promuova la coesione e la solidarietà”, ha concluso Scalese.
Mobilitato in prima fila anche il sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, che al convegno della Cgil ha ribadito di essere contro “una riforma che non serve al Paese, fa molto male al Sud e alla Calabria. Sotto la formula tutto sommato neutra e anche accettabile di autonomia differenziata si cela un disegno egoista che punta solo a dare più soldi a chi è ricco e toglierli a chi è già povero. Cosa inaccettabile e incomprensibile soprattutto perché i poveri siamo noi. Dobbiamo far capire che questa riforma mina l’idea della solidarietà che tiene insieme ogni comunità. Vorrei che si smettesse anche di parlare dei Lep perché quando si parla di diritti fondamentali le prestazioni non devono essere garantite nella loro essenzialità ma nella loro uniformità. Senza eguaglianza – rimava Fiorita – non esiste nessuna comunità e none suste nessun paese”. Per Anna Falcone l’attuale configurazione del tema declinata nel Ddl Calderoli “rappresenta una minaccia a tutto il paese. L’autonomia non è necessariamente un male, penso alle politiche energetiche, ma lo diventa quando differenzia la cittadinanza civile e sociale”.
Per il segretario regionale del Pd e senatore Nicola Irto, collegato in remoto, “serve una mobilitazione generale che nelle prossime settimane sarà allargata non solo ai partiti come il Pd e M5S ma anche ai sindacati, associazioni e movimenti civici che vogliono dare un contributo per spiegare quale dramma sarà l’autonomia differenziata voluta dal governo Meloni. Da pochi mesi abbiamo un governo nazionale che propone l’autonomia differenziata, fa una Finanziaria che non prevede alcun impegno economico per il Mezzogiorno e ha un ministro come Valditara che vuole discriminare gli insegnanti del Sud. A questo governo server dare una risposta netta e forte. Se vogliamo accettare la sfida dell’autonomia – ha detto ancora Irto – è necessario parlamentarizzare il dibattito chiamando a responsabilità tutti gli eletti a prescindere dalla maglietta che hanno addosso ed è necessario partire dai drammatici divari che separano regioni come la Calabria dal Nord: è necessario in riequilibrio e politiche nazionali che colmino questi divari. Occhiuto? Non deve decidere da che parte sta, l’ha già deciso votando a favore assieme ai suoi colleghi del Nord un ddl proposto non dalle Regioni del Nord da un ministro della Lega: io – sottolinea il segretario del Pd calabrese – sono molto preoccupato perché vedo il governatore di una regione che è il cuore della resistenza del Mezzogiorno votare un provvedimento scellerato che dividerà ulteriormente l’Italia, penalizzerà la Calabria e il Mezzogiorno e senza una controproposta vera”.
Molto apprezzato l’intervento della deputata del Movimento 5 Stelle, Vittoria Baldino secondo la quale “l’autonomia differenziata non serve all’Italia perché l’Italia è un paese in cui i divari territoriali si dovrebbero restringere e non allargare e questo è un progetto di riforma che di fatto amplia ancora di più le diseguaglianze tra alcune regioni del Nord, che vanno a una velocità, e quelle del Sud, come soprattutto la Calabria, che va ad un’altra velocità. Sembra addirittura lunare affrontare questo dibattito in un paese secondo una statistica le cinque regioni più povere dell’Europa sono italiane e sono regioni del Sud Italia. Abbiamo denunciato l’assurdità di questa riforma nella forma, nella sostanza, nel merito e nel metodo, perché non si coinvolge il Parlamento, una delle riforme più divisive degli ultimi 30 anni elaborate in sede extraparlamentare. Questo già di per sé è scandaloso. Si dice che questa riforma va avanti senza impegno di spesa, ma questo è assurdo: come si fanno a definire e garantire i Lep se non si finanziano i Lep? Questo – evidenzia la vicecapogruppo M5S alla Camera – significa che questa riforma avverrà con il criterio della spesa storica che sappiamo penalizzerebbe tantissimo la Calabria dal punto di vista di tutti i servizi. Secondo noi bisognerebbe stabilire il fabbisogno di maggiori servizi che alcune Regioni richiedono e fare in modo che lo Stato finanzi questi maggiori servizi e li eroghi effettivamente, quindi applicare sostanzialmente anche il Pnrr, uno dei cui pilastri è diminuire i divari territoriali che ci sono tra le regioni. Noi quindi ci opponiamo assolutamente e speriamo che il governo ritiri questa proposta. Ed è curioso infine come il presidente della Regione Calabria abbia supinamente approvato il Ddl in sede di Conferenza unificata e che questa Regione non si sia unita a quanti ritengono che le proprie Regioni saranno penalizzate”.
A intervenire, prima delle conclusioni di Ferrari, il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato: “L’obiettivo – spiega Sposato – è rinsaldare un’alleanza sociale anche con le altre sigle sindacali e anche con le associazioni e con la politica che ha già detto come la pensa. Noi al presidente Occhiuto abbiamo detto che su questo tema c’è un’altra Calabria, una Calabria molto consistente, che non la pensa come lui. Non abbiamo apprezzato il voto che la Calabria ha fatto su questo tema cogente, e poi la convocazione solo domani del Consiglio regionale è un segnale di poco rispetto democratico anche perché non sappiamo se il tema sia stato oggetto di una discussione della maggioranza di governo alla regione perché non ci risultano delibere di Giunta prima del voto in Conferenza delle Regioni. La domanda che farei al presidente è: a nome di chi il presidente ha votato quel tipo di provvedimento che secondo noi è contro i calabresi, è contro la regione, è contro la visione che lui stesso ha definito insieme a noi nella Vertenza Calabria. Il tema infatti – sostiene il segretario della Cgil calabrese – rischia di inficiare la vertenza Calabria perché il governo sulla vertenza Calabria non sta facendo nulla. Quindi da questo punto di vista nei prossimi giorni metteremo a verifica anche gli impegni presi da parte del presidente della Giunta per capire se c’è da parte del governo la garanzia che la Vertenza Calabria sia ancora in vita. Altrimenti ci sarà una mobilitazione rinsaldando alleanze con tutti coloro che la pensano come noi contro il Ddl Calderoli”.
LE CONCLUSIONI DI FERRARI – “L’autonomia differenziata è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in un Paese che ha visto storicamente anche negli ultimi anni allargarsi i divari territoriali e imboccare una strada che contribuirà a mettere in discussione l’unità dell’Italia – ha esordito Ferrari – a mettere in discussione il sistema di welfare universalistico – mentre invece noi dovremmo lavorare per garantire i diritti fondamentali civili e sociali in tutto il Paese in maniera omogenea e uniforme – e a mettere in discussione la anche la possibilità di politiche nazionali di governo, industriali, di sviluppo economico, quando neppure la dimensione nazionale è ormai sufficiente ad affrontare le sfide strategiche che abbiamo davanti. Quindi – prosegue il segretario nazionale Cgil – noi diciamo un no senza se e senza ma al disegno di legge Calderoli”.
“Prendiamo atto positivamente di un riposizionamento chiaro in termini critici da parte di alcuni partiti, a partire da Pd e M5S – ha detto. Noi abbiamo intenzione, nei prossimi mesi, di mettere in campo un percorso di mobilitazione in tutto il Paese, dal Veneto e la Calabria, per informare e coinvolgere i cittadini, cosa non scontata, a partire dai lavoratori e i pensionati, e soprattutto per costruire una grande convergenza, la più larga, ampia e inclusiva possibile, con le forze politiche, le istituzioni locali, le forze della società civile e – rileva il segretario nazionale della Cgil – creare un fronte che dica no all’autonomia che spezza il Paese e sì invece a politiche che rilancino gli investimenti per ridurre le diseguaglianze e i divari che ci sono. Da Ferrari infine una critica al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto (Forza Italia): “Con tutto il rispetto per il governatore, gli porrei una domanda: è un rappresentante del suo popolo e degli interessi del suo territorio o è il rappresentante di un partito che esegue gli ordini di scuderia? Perché è francamente incomprensibile – rimarca il dirigente della Cgil – come il presidente della Regione Calabria abbia potuto dire di sì a un disegno di legge che colpisce anzitutto il suo territorio”.