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La protesta a Cutro, sfilano in 5.000 con la croce della barca

Circa 5.000 persone hanno sfilato a Steccato di Cutro l' 11 marzo in una manifestazione di Rete Asilo e denominata 'Fermare la strage subito"

di Sebastiano Plutino

Circa 5.000 persone hanno sfilato a Steccato di Cutro lo scorso 11 marzo in una manifestazione promossa da Rete Asilo e denominata ‘Fermare la strage subito’. Sono arrivati da tutto il centro-sud Italia: donne, uomini, bambini italiani e stranieri, rappresentanti istituzionali, sindacalisti e semplici cittadini. In migliaia hanno sfilato per le strade, dove appena 15 giorni prima è avvenuta una delle più gravi stragi di migranti nel naufragio di un’imbarcazione a un centinaio di metri dalla spiaggia. Una massa imponente di persone, arrivata con oltre 30 pullman e mezzi propri da diverse regioni e tutte unite da un proposito, quello del nome dato alla manifestazione promossa da Rete Asilo: ‘Fermare la strage subito’. Corteo aperto dalla croce realizzata con parti barcone e portata a turno dai partecipanti. Tra loro pure Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, il comune diventato famoso in tutto il mondo per l’accoglienza praticata. “Certe volte mi vergogno di essere un cittadino occidentale”, ha detto. Anche i giornalisti della stampa locale e nazionale che stanno seguendo la vicenda hanno partecipato, portando al collo una stampa che riproduceva il badge di Amarkhel Torpekai, la reporter afghana morta nel naufragio. Decine i sindaci e gli amministratori presenti tra cui Raffaele Falbo, primo cittadino di Torre Melissa, paese della Calabria in cui a gennaio 2019 la popolazione scese in spiaggia di notte per salvare i migranti la cui barca era naufragata. “Vogliamo far capire a chi governa il nostro Paese che salvare vite umane in mare è un obbligo e le scelte assunte fino ad ora non lo hanno dimostrato”, ha affermato. Bilancio dei morti sale a 79, 24 avevano meno di 12 anni Tra i manifestanti ci sono stati alcuni parenti delle vittime del naufragio: “Il governo italiano non è diverso da quello dei talebani”, ha urlato un ragazzo afghano che nella tragedia ha perso cinque familiari, di cui uno ancora disperso. “Noi siamo scappati perché non abbiamo alternative alla morte. Noi chiediamo più soccorsi in mare e che le politiche italiane si basino su questo. Ora vogliamo solo andare via dall’Italia con i nostri morti”, ha aggiunto. Il momento più forte sulla spiaggia della strage è stato alla conclusione del corteo. Mentre si stava deponendo la corona di fiori bianchi sull’arenile è arrivata la notizia del ritrovamento – dopo quello di una bambina di 5 o 6 anni recuperato la mattina – di due cadaveri: quello di un uomo e di una bambina di un’età presumibile tra i 7 e i 10 anni. Ma il bilancio delle vittime è cresciuto ulteriormente nel fine settimana, arrivando a 79 morti dopo il recupero di altri quattro corpi, tutti di un’età indicativa inferiore a 12 anni. Le vittime in questa fascia di età sono 24 su 33 minorenni deceduti. Ma purtroppo non è finita, perché secondo le stime fatte sulla base del numero delle persone a bordo indicate dai superstiti – circa 180 – dovrebbero mancare all’appello almeno un’altra ventina di persone. E non è da escludere che tra loro vi siano altri bambini. (Picture shows un momento del corteo contro le stragi in mare a Steccato di Cutro, Crotone, 11 marzo 2023. PHOTO/ARCHIVE/ANSA/FRANCESCO ARENA) (ANSAmed).

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