Nei giorni scorsi abbiamo incontrato una delegazione del Comitato per la stabilizzazione dei tecnici per il Sud, nato per tutelare gli interessi e per la rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori assunti a seguito del superamento dei concorsi pubblici indetti dall’Agenzia della coesione territoriale al fine di garantire la definizione e l’attuazione degli interventi previsti dalla politica di coesione dell’Unione europea e nazionale.
Da diverso tempo, come Uil, sosteniamo la necessità di accendere i riflettori su questi lavoratori, che sono circa 2000 in tutta Italia e 500 in Calabria, che senza garanzia di stabilità sono costretti a ricercare soluzioni magari meno gradite o appaganti, ma che siano a tempo indeterminato.
Una scelta che, come sta emergendo adesso, rischia di ingenerare una pericolosa inefficienza dell’intero sistema nell’attuazione del Pnrr e sta mettendo in evidenza le carenze della pubblica amministrazione, soprattutto in Calabria, che si sta rilevando incapace di gestire il flusso di questi fondi che avrebbero dovuto ridurre le diseguaglianze e favorire lo sviluppo del Paese.
Davanti all’allarme lanciato da questi tecnici, riteniamo opportuno dare priorità ad un’azione di potenziamento degli enti locali, depauperati dal blocco del turnover e da una precarizzazione selvaggia dei rapporti di lavoro, attraverso l’avvio di una nuova stagione concorsuale.
Verso questi lavoratori altamente qualificati, che stanno patendo anche una discriminazione ulteriore legata alla stabilizzazione dei loro colleghi chiamati alla gestione dei fondi del Pnrr nei ministeri, la politica – soprattutto quella meridionale – deve prestare un’attenzione particolare.
In questo senso, proprio in queste ultime ore, abbiamo appreso dell’emendamento presentato sulla vicenda di questi tecnici dal senatore Nicola Irto. Riteniamo questo atto un primo passo importante che si muove nella direzione giusta, ponendo l’attenzione su questo tema che, sino ad oggi, non è stato attenzionato dalla politica.
Allo stesso tempo, però, siamo convinti che vada prestata la stessa attenzione alla problematica relativa agli enti locali in dissesto e predissesto, la maggior parte dei quali si trova in Calabria, che rischiano di non poter fare i concorsi e procedere alla stabilizzazione di queste importanti figure professionali.
E’ necessario apportare una attenta modifica ai parametri assunzionali e per la stabilizzazione di queste lavoratrici e di questi lavoratori, in particolare per i comuni. Se questa operazione non viene portata a compimento con rapidità, se su questa non si concentra l’attenzione dei parlamentari meridionali, si rischia che queste professionalità vadano perse perché attratte da condizioni economiche e professionali migliori.
In questo senso, poi, il Comitato ci ha informati della richiesta inviata alla Commissione Europea sulla possibile rimodulazione del programma comunitario “CapCoe – Capacità per la Coesione 2021-2027”, rivolto proprio al rafforzamento della capacità amministrativa e di spesa dei fondi comunitari di Enti Locali e Regioni, in particolare nel Sud, in modo da consentire non solo nuove assunzioni, ma anche l’assorbimento e stabilizzazione dei lavoratori precari assunti proprio per i medesimi fini.
Il modello da seguire, come segnalato in tempi non sospetti dal Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, è quello spagnolo per superare il precariato e ad offrire un contratto a tempo indeterminato alle lavoratrici e ai lavoratori del settore pubblico e privato. Questo tema deve emergere nel dibattito politico locale e nazionale.
Ormai è evidente che, per rilanciare il Paese, il rafforzamento della pubblica amministrazione, anche attraverso il miglioramento contrattuale per attirare le migliori professionalità, è fondamentale per attrarre investimenti, rilanciare lo sviluppo economico dell’intero Paese, in particolare del Sud Italia, e migliorare i servizi resi ai cittadini.
In questa ottica è importante in Calabria l’avvio di una nuova stagione concorsuale, unico strumento valido per bloccare la migrazione delle menti migliori verso l’estero e perseguire il potenziamento della pubblica amministrazione.
La Uil Calabria sosterrà il Comitato nella sua azione e se sarà necessario, sarà pronto a dare vita ad azioni di mobilitazione, perché questa vicenda deve essere affrontata dal Governo nazionale e dalla politica locale, il primo passo è stato compiuto ma adesso deve essere posto in primo piano nell’agenda della politica il problema dei comuni di dissesto e predissesto.
Come riteniamo, infine, indispensabile – nel momento in cui sta riaffiorando nel dibattito politico il tema del ritorno alle province – procedere alla revisione della geografia istituzionale riprendendo e rilanciando il progetto dell’associazione dei comuni.
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