In centinaia hanno preso parte alla presentazione di “Un visionario inaspettato”, la biografia autorizzata di Italo Falcomatà scritta, in forma romanzata, da Michele Caccamo e presentata dalla Fondazione “Italo Falcomatà” nel foyer del Teatro comunale “Francesco Cilea”.
Ospiti della serata il sindaco di Bari e presidente dell’Anci nazionale, Antonio Decaro, e l’ex primo cittadino di Catanzaro, Sergio Abramo. L’evento, moderato dalla giornalista e critica letteraria Ilda Tripodi, è stato aperto dai saluti carichi di emozione della Presidente della Fondazione, Professoressa Rosa Neto Falcomatà, e dei sindaci facente funzioni del Comune e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Paolo Brunetti e Carmelo Versace. “Una serata magica – ha affermato la Presidente – un momento che ci ha riempito il cuore di emozioni e che ci invoglia a fare ancora di più e meglio. Il nostro obiettivo – ha aggiunto – è quello di realizzare, nel tempo, un prodotto cinematografico che riguardi la vita di Italo, utilizzando le suggestioni venute fuori anche nel corso di questa serata, per rappresentare l’eredità morale, politica ed umana che ha lasciato all’intera comunità reggina”. Ad accompagnare l’iniziativa, la musica dei maestri Pasquale Faucitano, Alessandro Carere e Graziella Danieli, componenti dell’orchestra del Teatro Francesco Cilea.
Il libro è un racconto della vita del “Sindaco della Primavera”, un viaggio emozionale intenso nell’intimità più profonda di chi ha guidato la città a cavallo tra gli anni ’90 e 2000, portandola alla ribalta del Paese quale modello per l’intero Mezzogiorno. Una sorta di poemetto biografico, quello scritto da Caccamo, che, pagina dopo pagina, tratteggia un ritratto del profilo pubblico e privato di Italo Falcomatà, il sindaco, il professore, il marito, il padre che ha vissuto al servizio della sua comunità, con amore e devozione, fino al suo ultimo respiro.
«Un esempio necessario – lo definisce l’autore Michele Caccamo – che deve essere ricordato e insegnato ai giovani». Un libro che nasce quindi dal bisogno di avere «riferimenti buoni, positivi e onesti come fu appunto il sindaco di Reggio Calabria».
Per Antonio Decaro, Italo Falcomatà, «è stato una bussola per tanti politici e amministratori». «Ha vissuto – ricorda il presidente di Anci – la stagione del passaggio all’elezione diretta del sindaco, fino a quel momento appannaggio dei consigli comunali. A distanza di 30 anni, quella norma si è rivelata importante perché ha cambiato il modo di fare politica». «Per noi ragazzi, per il Meridione e per una terra meravigliosa come questa – ha detto – Italo Falcomatà è stato un esempio. Spero che tanti giovani si possano avvicinare alla politica perché è una cosa bella e serve a migliorare le condizioni di vita della comunità dove si nasce e cresce. E Italo Falcomatà lo ha fatto».
Commossa la testimonianza di Sergio Abramo, un amico di Italo Falcomatà nonostante le differenze politiche, e geografiche, che hanno caratterizzato le loro esperienze amministrative alla guida delle città di Catanzaro e Reggio Calabria: «Sono orgoglioso di aver ricevuto l’invito dalla presidente Rosetta Neto e dalla famiglia Falcomatà. Quella con Italo è stata un’amicizia forte. Posso dire che, per me, è stato un fratello». «Nella mente – ha aggiunto – sono ancora vivi quegli anni passati insieme da sindaci. E’ un ricordo che non si può cancellare». Fra i molti aneddoti che hanno contraddistinto un legame autentico, Abramo ne ha citato uno in particolare: «Mi telefonò per dirmi che aveva avuto conferma della visita a Reggio del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Con mia grande meraviglia, mi volle al suo fianco come idillio di una regione che non viveva più alcun conflitto». «Era il nostro progetto», ha spiegato l’ex sindaco di Catanzaro rievocando «l’intento di riunire i capoluoghi e far finire l’epoca del campanilismo che ha rovinato la nostra Regione e per la quale non si è riusciti a fare una programmazione capace di dare una risposta concreta ai calabresi». «Era un desiderio – ha concluso Sergio Abramo – che avevamo e volevamo portare avanti. Riuscimmo anche a coinvolgere i sindaci di Cosenza, Crotone e Vibo e, tutti insieme, avevamo designato Italo Falcomatà quale candidato alla presidenza della Regione. Non ci fu il tempo. La malattia spazzò via i sogni di un uomo buono e le speranze della Calabria intera».
In conclusione, a margine dell’evento di presentazione, Giuseppe Falcomatà, a nome della Fondazione, ha ringraziato gli ospiti, spiegando poi il senso di pubblicare una biografia di Italo Falcomatà ad oltre 20 anni dalla sua morte: «L’opera, in qualche modo, rappresenta la sua eredità politica e, per questo, doveva rimanere scevra da ogni momento emozionale. C’è, ovviamente, una componente importante di sentimento, ricca di episodi ed esperienze di vita sconosciuti ai più, ma utile a far capire come si sia formato il suo pensiero politico e come sia stato messo in atto nella sua esperienza politico-amministrativa».
«Uno degli obiettivi di questo libro – ha affermato – è trarne una sceneggiatura per un prodotto cinematografico, anche perché contiene molta attualità. Vengono raccontate molte cose che Italo Falcomatà aveva preconizzato, rispetto alle quali è stato anche precursore. Leggerlo ci può riportare a quella che, effettivamente, è stata la sua visione pionieristica e, in una certa misura, utopica, ma che, col passare degli anni, si è trasformata in realtà. Penso ad un’unica comunità metropolitana, all’idea che Reggio ed i Comuni vicini potessero lavorare in sinergia, al dialogo fra le città calabresi ed all’importanza imprescindibile di un’unione con Messina che fosse, prima di tutto, culturale».