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Concluso il progetto “Una rete per l’inclusione” per i ragazzi tra i 16 e i 24

215 progetti personalizzati per regione, che oggi, in vista della conclusione, sono passati al vaglio dei vertici del Ministero della Giustizia

di Giovanna Triolo

Si è concluso il progetto “Una reta per l’inclusione” che ha visto coinvolte le regioni della Basilicata, della Calabria, Puglia, Campania e Sicilia. Obbiettivo: il reinserimento, nel tessuto sociale, dei giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni con precedenti penali e attualmente affidati ai Servizi della Giustizia Minorile

215 progetti personalizzati per regione, che oggi, in vista della conclusione, sono passato al vaglio dei vertici del Ministero della Giustizia, dei rappresentanti della Giustizia Minorile delle regioni coinvolte e degli enti del Terzo settore e dei privati che hanno preso parte alla realizzazione dei progetti.

215 tirocinanti hanno preso parte all’iniziativa per 15 mesi, tra il 2022 e il 2023. Di questi, 32 ragazze e 15 ragazzi hanno svolto, per 6 mesi, un percorso personalizzato di apprendimento e inserimento professionale in alcuni ambiti. Grazie ad un supporto di più di 250 addetti, tra tutor della Giustizia, operatori sociali e tutor aziendali, i ragazzi sono stati inseriti in svariati ambiti lavorativi.

Per Lucrezia Scordamaglia, del Centro per la Giustizia Minorile della Calabria,“questo progetto ha rappresentato una grossa opportunità per i Servizi della Giustizia Minorile della nostra regione, intanto perché ha aiutato a scardinare quella fatalità di molti giovani, spesso convinti che per loro non vi sia alternativa al lavoro nero, del lavoro occasionale, o peggio ancora dell’agganciarsi alla criminalità organizzata. Allo stesso tempo è stata una importante occasione per costruire una rete sul territorio, unendo in modo innovativo nel nostro settore Istituzioni pubbliche, privato sociale e imprese private di diversi settori.”

Vito Genco, Presidente di Mestieri Puglia, coordinatore del progetto, ha affermato che “il lavoro è lo strumento per riconsegnare questi ragazzi alle proprie comunità, reinserendoli in contesti con regole e relazioni sociali. Oltre al risultato già raggiunto con oltre 20 assunzioni, questo progetto ci ha permesso di creare una rete di soggetti istituzionali, enti ed associazioni che nel territorio sono pronti ad intervenire, prendendosi cura dei giovani.” 

 

 

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