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Le Muse, “Mamme contemporanee”: l’evoluzione della maternità

L'associazione culturale ha ospitato un dibattito tra figure che ruotano attorno all'universo delle madri, tra diritti e aspirazioni

di Helena Pedone

L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria continua i suoi appuntamenti con cadenza settimanale e lo ha fatto, questa settimana, presso la Sala d’Arte di via San Giuseppe 19, riunendo prestigiose personalità e noti professionisti per parlare delle “Mamme contemporanee”.

Il presidente prof. Giuseppe Livoti ha ricordato come tale evento sia stato realizzato proprio in concomitanza della “Festa della Mamma” mettendo in evidenza il ruolo di colei che genera, ma anche di colei che pur senza generare è accudente.  Un ragionamento aperto sul tempo attuale, su tutto quello che attiene al ruolo della madre attiene in realtà alla genitorialità.  Ci si è chiesto: essere madri, oggi, cosa significa? Quale ruolo giocano le nostre madri nella società? I grandi cambiamenti sociali, infatti, hanno permesso alle madri di reinventarsi per seguire le proprie ambizioni professionali. Mamme che educano e istruiscono i propri figli in un paese, l’Italia, lontano dalla parità genitoriale.  Mamme che hanno fatto ricorso alla procreazione assistita, mamme di famiglie omogenitoriali sottoposte costantemente al pregiudizio di una società non sempre capace di accoglierle. Madri che innanzitutto sono donne.

Di tutto questo si è parlato domenica facendo interagire varie parti sociali senza trascurare il contributo scientifico al tema. Franca Arena Tuccio – storica Presidente e fondatrice Adisco Calabria si è soffermata sulla cultura della donazione del cordone ombelicale, svolgendo opera di sensibilizzazione che diffonda la conoscenza dei problemi inerenti alla donazione di sangue di cordone ombelicale e al suo trapianto, promuovendo sul territorio iniziative atte a potenziarne lo sviluppo, collaborando con gli organi legislativi e di governo, statali e regionali, per la formulazione di piani e provvedimenti, anche normativi, atti a tutelare donatrici e neonati, formando gruppi volontari o ostetriche. Stimolare e favorire la ricerca nel settore delle malattie interessate dalle procedure trapiantologiche.

Presente anche una personalità del mondo religioso come mons. Giacomo D’Anna, parroco di Santa Maria Odigitria. “Oggi – dice mons. D’Anna – non posso non ricordare che Dio è mamma e papà , entrambi ed insieme, come ricorda Giovanni Paolo II. La figura della mamma è quella della speranza. Oggi per le nuove coppie definite ‘arcobaleno’ non esiste la stessa ostilità di un tempo e nessuno può essere giudice di un altro fratello e non si possono fare inutili crociate. Paola Infortuna – Segretaria Associazione “Dall’Ostetrica” – ha ribadito come la figura professionale nel tempo sia cambiata, riferimento per la donna e tutta la famiglia, in possesso di competenze tecniche e empatiche che la rendono presenza indispensabile prima, durante e dopo il parto, perché trasmette supporto e rassicurazione. Elisa Mottola – psicologa e componente Direttivo Adisco Calabria ha approfondito il tema della rinuncia alla maternità a causa della precarietà economica.

 Domenica Taverna – mamma contemporanea ha raccontato la personale esperienza di madre dei suoi quattro figli, che con sacrificio e amore si dedica all’accudimento. Si è così pronunciata Sabrina, che insieme a Stefania forma una coppia omogenitoriale appartenente all’Associazione “Famiglie Arcobaleno” : “Noi, – dice Sabrina Vecchio Ruggeri –  abbiamo scelto di essere genitori assumendoci tutte le responsabilità genitoriali che però lo Stato non vuole riconoscere, negando alla madre intenzionale il diritto di essere tale, non tenendo conto dell’interesse del minore che da quando nasce sa che quella è la sua famiglia, in assenza di una legge unitaria”.

Spazio poi alla promozione della lettura, che suggella la relazione tra madri e figli, con Bruna Triveri – Responsabile Progetto Nati per Leggere Area Grecanica – soffermatasi sulla ragione dell’esistenza di un’associazione rivolta alle famiglie con bambini in età prescolare, che incentivi l’amore per i libri. “Il programma è attivo su tutto il territorio nazionale con circa 800 progetti locali che coinvolgono più di 2000 comuni italiani. I progetti locali sono promossi da bibliotecari, pediatri, educatori, enti pubblici, associazioni culturali e di volontariato. Dal 1999, Nati per Leggere ha l’obiettivo di promuovere la lettura in famiglia sin dalla nascita, perché leggere con una certa continuità ai bambini ha una positiva influenza sul loro sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale, con effetti significativi per tutta la vita adulta e diffonde la lettura a bassa voce, esperienza che vede attivo il Villaggio dei Bambini nel comune di Bagaladi in provincia di Reggio”. Intensa la partecipazione al Laboratorio di Lettura Interpretativa delle Muse con Clara Condello e Sonia Impalà, immerse in un processo relazionale tra madri di un  tempo e madri di oggi tra dubbi, ansie, preoccupazioni e culture diverse.

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