«I segretari regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil rispettivamente Michele Sapia, Caterina Vaiti e Pasquale Barbalaco, in merito a quanto emerso nell’articolo di ieri, mercoledì 17 maggio, pubblicato su Gazzetta del Sud Online, rispetto al tema della riforma della bonifica in Calabria, riferiscono, per una corretta informazione, di non aver ricevuto alcuna comunicazione di convocazione.
Inoltre, precisano che da molto tempo abbiamo sollecitato un cambiamento partecipato per il sistema della bonifica calabrese e, da ultimo, il 1º febbraio e 25 febbraio scorsi abbiamo inviato delle comunicazioni sindacali per richiedere la convocazione di un incontro urgente sull’importante tema della bonifica calabrese, indirizzate al Presidente della Regione, all’Assessore all’Agricoltura, ai Dipartimenti Agricoltura e Forestazione e al Presidente dell’Urbi-Anbi Calabria. Ad oggi registriamo che non è pervenuta alcuna risposta e relativa convocazione in merito.
Abbiamo evidenziato in molte occasioni – continua la nota – che, per una vera riforma del sistema consortile calabrese, sarà necessaria una programmazione di lungo periodo, fondata su certezza delle risorse finanziarie e sostenibilità economica, che metta al centro il lavoro, le diverse vocazioni agricole calabresi, ricchezze ambientali e le fragilità della struttura idrografica regionale.
Pertanto, ribadiamo che è di assoluta importanza instradare un confronto istituzionale e pragmatico con le parti interessate, tra cui le Organizzazioni Sindacali di categoria, su una riforma che metta al centro l’importante ruolo dei consorzi di bonifica, l’attività di presidio umano, i servizi all’agricoltura calabrese, la tutela del territorio e delle comunità, la valorizzazione del lavoro e delle professionalità e superamento di varie criticità.
Ci auguriamo pertanto – conclude la nota unitaria – che la Regione Calabria provveda in tempi certi e brevi a convocare una riunione per conoscere la bozza ufficiale del testo di riforma della bonifica calabrese, un tema che merita meno confusioni anche sui luoghi di lavoro e, soprattutto, più confronto, azioni e investimenti».