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Md: “Piantedosi ad Africo? Dovevano venire anche altri ministri”

Il disappunto della sezione Reggina di Magistratura Democratica per il mancato confronto col Ministro Piantedosi, in visita in Calabria

di Sebastiano Plutino

“Apprendiamo che il ministro dell’Interno Piantedosi, domani, si recherà, tra l’altro, ad Africo per la inaugurazione della nuova caserma dei carabinieri che sorgerà su un bene confiscato. Ci sarebbe piaciuto però che ad affiancarlo vi fossero stati altri esponenti del governo”. Lo afferma, in una nota, la sezione di Reggio Calabria di Magistratura democratica. “Ci riferiamo aggiunge Md – ai ministri dell’Economia e dell’Ambiente per illustrare nuovi piani e progetti per rilanciare l’economia locale, in termini eco-compatibili con il territorio; a quello del Lavoro, per indicare nuove norme per agevolare le assunzioni in territori svantaggiati; a quello delle Infrastrutture, che potesse riferire sull’avvio dei lavori per il raddoppio e l’elettrificazione della linea ferrata e sull’ammodernamento della Statale 106 ionica ed a quelli della Cultura e del Turismo per llustrare le iniziative per rilanciare la storia e le tradizioni dell’area grecanica, in una prospettiva di riscoperta del territorio, dalle spiagge dove nidificano le tartarughe alle montagne dell’Aspromonte, ricche di una lora e di una fauna unica. Le esigenze di sicurezza sono ancora all’ordine del giorno, ma speriamo che in futuro lo sguardo si allarghi”. Nella nota, Magistratura democratica sottolinea che “dalla relazione del sindaco di Africo all’Agenzia dei beni confiscati del mese di dicembre 2022, apprendiamo che, oltre a quello che sarà inaugurato domani, sul territorio del comune di Africo insistono altri 13 beni confiscati alla criminalità organizzata. Non risultano tuttavia, come si legge nelle conclusioni del documento, richieste di assegnazione, né da parte di cittadini, né da associazioni di volontariato. Le gare bandite vanno deserte e molti dei beni necessitano di lavori di ristrutturazione e riqualificazione. Solo due anni fa Libera ha pubblicato un dossier da cui è emerso un rincuorante stato dell’arte sulla destinazione dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Evidentemente, però, vi sono ancora troppi territori in netta controtendenza. Ecco perché la destinazione alla pubblica sicurezza, in un simile quadro, assume le sembianze di una foglia di fico, che non riesce a nascondere più pressanti problematiche. Come magistrati, sappiamo che la lotta alla criminalità organizzata passa attraverso la rieducazione dei cittadini ad ‘abitare’, pienamente e liberamente, i territori. Sappiamo bene come la desertificazione civile, che spinge molti a cercare futuro altrove, alimenti le mafie”. Speriamo allora – dice ancora la sezione reggina di Md che nell’agenda del governo ci sia anche una riflessione sul perché dell’impossibilità attuale da parte della cittadinanza di riprendere il pieno possesso di quella casa comune che i beni confiscati rappresentano. Ci auguriamo che siano previsti interventi incisivi che, accanto alla tradizionale logica securitaria, in sé insufficiente, aiutino i cittadini a ricreare luoghi dove realizzarsi per ricominciare a pensare al sud e verso sud i loro progetti”.

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