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Reggio, nuovo spazio culturale grazie a Mana Chuma Teatro

Mana Chuma Teatro, assieme ad altri partner, ha avviato il recupero di Jardin, ex sala per ricevimenti attiva nel quartiere di Catona

di Sebastiano Plutino

Ormai è ufficiale. Con i seminari tenuti in questi giorni è stato avviato l’atteso percorso di recupero dello spazio Jardin, una ex sala per ricevimenti attiva per molti anni nel quartiere di Catona. Abbandonata da tempo, la sala e i suoi spazi annessi sono stati affidati in comodato d’uso dalla proprietà, la famiglia Votano, alla compagnia Mana Chuma Teatro che, assieme a una serie di altri partner, associazioni ed enti, la farà rivivere in una dimensione sociale, culturale ed educativa.

L’obiettivo è di creare uno spazio culturale ibrido in uno dei quartieri periferici più popolosi e, per certi aspetti, difficili della città di Reggio Calabria.

“Per spazio culturale ibrido si intende un luogo in cui l’arte e la cultura aprano le porte ad altre attività parallele ma non meno importanti come la formazione, l’innovazione sociale, oltre ai servizi complementari come il bar, la biblioteca e l’archivio”, dice Massimo Barilla, drammaturgo e direttore di Mana Chuma Teatro.

Si è partiti negli scorsi giorni con una serie di seminari organizzati nell’ambito di “Jardin. Hub di comunità per l’innovazione sociale e culturale”, sostenuto dall’Avviso “Reggio Resiliente” (PON Metro Città di Reggio Calabria), progetto di Mana Chuma Teatro in ATS con la cooperativa sociale MAG delle Calabrie.

“Innovazione del purpose. Definizione dell’identità e del design dello spazio”, “Jardin. Governance e sostenibilità dello spazio”, “Jardin e gli altri. I luoghi di rigenerazione”: questi i temi dei seminari tenuti presso La Fattoria Urbana, sempre a Catona.

Durante la mattina gli organizzatori si sono incontrati per discutere e riflettere sui possibili  percorsi da intraprendere allo spazio Jardin, mentre il pomeriggio si sono svolti dei meeting con associazioni, cittadini e istituzioni locali in un confronto aperto per identificare i bisogni specifici del territorio.

“Per noi è fondamentale che l’apertura dello spazio coincida con l’avvio di un processo condiviso con le persone che vivono il quartiere, senza la cui presenza e partecipazione attiva il nostro progetto non avrebbe senso. Siamo qui per raccogliere le istanze e comprendere le esigenze della comunità locale e lavorare insieme”, ha affermato Massimo Barilla. 

Parallelamente ai seminari, Mana Chuma Teatro ha organizzato due interessanti laboratori aperti a tutti, in particolare a chi si occupa di giornalismo e comunicazione. Nella giornata di martedì 20 si è tenuto “Giornalismo e gamification. Gli spazi dell’interazione”, a cura di Claudio Calveri, Luigi Polimeni, Lorenza Fruci, mentre domani sabato 24 giugno (dalle ore 15 alle 18) sarà il giornalista reggino Gianfrancesco Turano, firma di punta del settimanale “L’Espresso”, a tenere “Storia e narrazione. Tra giornalismo e letteratura”, un laboratorio dedicato alla valore della memoria e a come si possano ibridare giornalismo e letteratura. Esattamente come ha fatto lui nei suoi romanzi “Contrada Armacà” (Chiarelettere, 2013) e “Salutiamo, amico” (Giunti, 2020).

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