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Angela Marcianò silura in Aula il Bilancio di previsione

Durissimo intervento in Aula dell'esponente del Movimento Impegno ed Identità, Angela Marciano sul Bilancio di previsione

di Sebastiano Plutino

“Lo scorso anno – ha ricordato Angela Marcianò all’inizio del suo intervento in occasione della seduta del Consiglio comunale di lunedì pomeriggio – ho affrontato la tematica del DUP (Documento unico di programmazione) e del Bilancio di previsione con una severa, seppur circostanziata, critica, fatta di cifre e osservazioni puntuali e, purtroppo, incontestabili e incontestate. Quest’anno ho deciso di abbandonare valutazioni sui numeri, che restano, salvo poche eccezioni, molto preoccupanti. Dopo i diversi confronti nelle Commissioni consiliari, vi invito oggi a smentire l’assunto che il Documento programmatico sia solo un contenitore vuoto, abbellito da qualche frase ad effetto che, però, tradisce numerosi obiettivi strategici ’copia e incolla’, taluni più adatti a metropoli come Milano, altri funzionali a spacciare la programmazione di servizi minimi essenziali, quindi di attività che dovrebbero essere ordinarie, per mete avveniristiche pensate da questa Amministrazione. A Reggio, il DUP più rivoluzionario potrebbe essere sintetizzato in una frase: acqua nei rubinetti, raccolta rifiuti costante, strade asfaltate, tributi più bassi, equità sociale, sicurezza e controllo del territorio”.
“Dunque, non serve più criticare questa maggioranza con la solita frase ad effetto trita e ritrita ed utilizzata dai politici navigati e cioè che manca ’l’Idea di Città’, perché Reggio – ha tratto le debite conclusione la docente universitaria che siede sui banchi della minoranza – non è ancora una città vivibile.
Proporre e realizzare l’Idea di Città che si ha in mente presuppone che si siano raggiunte le prerogative indispensabili del comune vivere civile e soprattutto che ci sia una corrispondenza costante (finora non pervenuta) fra ciò che si vuole, quello che si dice e quanto si fa in concreto”. La giuslavorista che presiede il Movimento Civico “Impegno e Identità” ha poi motivato le ragioni alla base della sua rotonda bocciatura del Bilancio di previsione portato in aula dalla Giunta comunale: “Voto No al Bilancio di previsione perché nelle diverse Commissioni consiliari ho espresso notevoli perplessità su diversi documenti che ne sono parte integrante. Tra l’altro, lo scorso anno parlavo di sofferenza della società Castore ed oggi se ne continua a discutere, nell’assenza totale di previsioni in Bilancio per servizi fondamentali (penso alle dichiarazioni della dirigente che ci ha parlato di zero dipendenti in alcuni settori e di inesistenza di un capitolo di spesa per la manutenzione di tutta la cartellonistica pubblicitaria), la cui condizione di abbandono potrebbe mettere in serio pericolo la vita di tutti noi.
Penso, ancora, al Programma Triennale delle opere pubbliche che riflette il disordine amministrativo complessivo di questa Amministrazione. Assistiamo alla predisposizione di Programmi Triennali ed Elenchi Annuali, che contengono sempre le stesse opere che si ripetono da anni, ma che non vengono mai eseguite, con l’aggiunta di qualche rara novità o  cambio di finanziamento. E si potrebbero fare innumerevoli  esempi come : “Messa in sicurezza permanente dell’ex discarica comunale località Pietrastorta”, inserita nel programma triennale nel 2017 con affidamento previsto nel 2021, oppure “Realizzazione isola ecologica nella zona Sud della Città” i cui lavori dovevano essere affidati sempre nel 2021. Sul fronte della tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, penso anche all’opera che riguarda “ Interventi straordinari di rifacimento coperture in alloggi di proprietà comunale per vetustà e/o eliminazione di materiali contenenti amianto, inserita già nel triennale del 2018, per la quale si prevedeva un avvio della  procedura di affidamento nell’annualità 2022 ed invece,  addirittura, risulta inserita (con una evidente discrasia) nell’elenco annuale allegato alla delibera di giunta con un importo di €. 0  e   nel Piano triennale con la somma di  €. 100.000 sempre riferita al  2023,  con l’aggravante che nella voce importo intervento si rinvia ad un generico “ finanziamento regionale da richiedere”. Ai consiglieri comunali non è stata comunicata la nomina di  un referente “specifico” per il Piano triennale, gli importi totali di spesa non sono corrispondenti tra schede ad uso interno e schede ufficiali, esistono casi in cui non sono individuati i Rup delle opere e i finanziamenti risultano “da ricercare”. Per molte opere di importo superiore al milione di euro ed inseriti nell’elenco annuale mancano i progetti approvati di fattibilità tecnica ed economica, per come previsto dall’art.3, comma 10 del DM n.14 del 16/1/2018. “Forse un’opera – ha suggerito Angela Marcianò – descrive più di ogni altra questo buio momento storico che ci troviamo a vivere: il famoso Waterfront- Museo del Mare, per la cui realizzazione, nel quadro economico del 2015, era prevista una spesa complessiva di 53 milioni. Oggi costerà ai reggini molto più del doppio, ossia 129.500.000,00. Penso anche al Ponte di Sant’Anna, del quale si discute ogni giorno in termini emergenziali e di cui troviamo, invece, nel Piano triennale la previsione di spesa solo dopo il 2024.
Ecco, questa incoerenza genera il maggior danno alla città, non soltanto dal punto di vista economico, ma sul fronte della credibilità da parte delle altre Istituzioni e della disaffezione dei concittadini.
E chiudo, così, con un’altra risposta emblematica fra quelle incassate in Commissione Bilancio. Alla mia domanda: ’Si potrà finalmente abbassare la pressione tributaria’? La risposta è stata: “Si potrebbe, ma servono due presupposti, ossia bisogna ridurre i costi e aumentare la riscossione generale”. Ma come si fanno ad abbassare i costi per esempio del servizio idrico se fiumi di acqua potabile (che il comune paga) si perdono per le strade (distruggendole) e come si fa ad accertare chi non paga i tributi se non è stato mai effettuato un censimento  mirato?
“Tradotto, si tratta di un’ammissione – è stata la naturale chiosa della professoressa – di cattiva gestione della Cosa pubblica, perché significa: ’Non sappiamo esattamente né come e né quando si potrà abbassare la pressione tributaria. In verità aspettiamo un miracolo’.

Affidandoci, allora, alla preghiera, non resta che concludere con un laconico: Amen, Reggio Calabria”.

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