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La Strada: “Reggio Calabria avrà il suo catasto incendi, strumento prezioso nella lotta ai roghi”.

Il Movimento "La Strada" propone un catasto incendi per limitare il rischio degli incendi, controllare e monitorare la situazione

di Sebastiano Plutino

Siamo tornati, inesorabilmente, ad un territorio che brucia. Fiamme e fumo percorrono di nuovo i boschi della Calabria. Un patrimonio ambientale che si perde. Non è inevitabile, ci sono molti strumenti che le istituzioni devono e possono mettere in campo per scongiurare che i boschi vadano a fuoco.

Nella giornata di ieri diverse aree nel comune di Reggio Calabria sono state interessate da incendi, alcuni in punti vicini al centro abitato. Il territorio di Reggio Calabria è, in Italia, ai primi posti per l’estensione del verde, con molta campagna e con molti boschi nello spazio pedemontano. Una risorsa fondamentale che ha bisogno di molta cura. Purtroppo siamo abituati a vedere questo verde andare a fuoco quasi ogni estate e minacciare anche la vita dei residenti.

 Molti incendi in Calabria – e il territorio di Reggio non fa eccezione – sono di origine dolosa. Tra gli strumenti che le istituzioni possono e devono adottare per limitare il rischio degli incendi, controllare e monitorare la situazione c’è il Catasto Incendi. Uno strumento obbligatorio per le amministrazioni comunali.

Un anno fa, nell’assemblea civica pubblica e molto partecipata che abbiamo tenuto sulla scalinata di via Due Settembre, abbiamo preso un impegno: sollecitare il Comune di Reggio Calabria a dotarsi di questo strumento fondamentale. Lo abbiamo fatto tramite gli interventi in consiglio comunale, attraverso le commissioni e gli uffici. Nello scorso autunno, in un monitoraggio che abbiamo effettuato in commissione, abbiamo avuto riscontro di un lavoro iniziato e avanzato.  Ieri, all’ennesima sollecitazione del gruppo La Strada con Saverio Pazzano in consiglio comunale, abbiamo avuto finalmente la notizia molto attesa. Il Sindaco Brunetti ci ha informato che il Catasto Incendi è pronto e andrà a determina nei prossimi giorni.

A cosa serve il catasto incendi e perché è fondamentale? Riportiamo alcuni punti:  nei boschi percorsi da incendi è vietato a) per dieci anni, il pascolo di qualsiasi specie di bestiame, fatte salve le deroghe previste dal regolamento forestale in caso di favorevole ricostituzione del soprassuolo boschivo; sia nei boschi percorsi dal fuoco e, sia nella fascia entro cinquanta metri da tali boschi, nei soli pascoli percorsi dal fuoco, fatte salve le opere pubbliche, le opere necessarie all’AIB e quanto previsto negli strumenti urbanistici approvati precedentemente al verificarsi dell’incendio, è vietata: a) per un periodo di quindici anni, ogni trasformazione del bosco in altra qualità di coltura; b) per un periodo di venti anni, la realizzazione di edifici o di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive. Nei certificati di destinazione urbanistica rilasciati dal comune deve essere espressamente richiamato il divieto.

Sono solo alcuni punti, ma già si può vedere come il Catasto Incendi possa essere un deterrente importante per tutti quegli incendi di eventuale natura dolosa che abbiano interessi privati contro il bene collettivo. A questo si aggiunge anche il valore di monitoraggio per i rischi di dissesto idrogeologico e, quindi, la programmazione di interventi.

Insomma: uno strumento tecnico fondamentale. Il Comune di Reggio Calabria, finalmente, lo avrà.

Per la Strada si tratta di un altro obiettivo, venuto direttamente dall’ascolto dal basso della cittadinanza, ottenuto con studio, perseveranza, insistenza e dialogo. Chi vive a Reggio sa che non è facile.

È uno strumento, però, che richiede anche modalità di tutela attiva. Sollecitiamo le Istituzioni, in questo caso in primis Regione ed Ente Parco dell’Aspromonte, a riprendere quello che è stato un fiore all’occhiello del Parco dell’Aspromonte: il ruolo dei pastori custodi. “La piaga degli incendi si combatte con il presidio delle campagne e con un diverso approccio culturale che restituisca ad agricoltori e pastori il ruolo di primi custodi del territorio. Più prevenzione e un radicale cambio di rotta nelle politiche forestali e nella gestione delle aree boschive”. Non abbiamo più tempo: l’Aspromonte è già, di nuovo, in fiamme.

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