«Quanto alle affermazioni di Minasi – afferma – i cittadini hanno davvero difficoltà a ricordare un obiettivo qualsiasi di un’amministratrice che, da quando ha riconquistato la ribalta politica dopo gli anni disastrosi nelle giunte che hanno portato al dissesto finanziario e allo scioglimento per mafia di Palazzo San Giorgio, non ha davvero lasciato alcuna traccia sul nostro territorio».
«Cosa ha fatto Minasi per Reggio da quando siede sugli scranni di Palazzo Madama?», se lo domanda Brunetti aggiungendo: «Quali importanti progetti ha portato in città? Oltre ai selfie con Salvini o col ministro leghista di turno nelle sporadiche passerelle fra Piazza Indipendenza ed il Lungomare Falcomatà, che tipo di risorse, interventi o opportunità è riuscita ad intercettare per dare slancio e respiro a Reggio ed ai reggini?».
«Noi – ribadisce – abbiamo la coscienza a posto e siamo pronti a qualsiasi chiarimento volesse il ministero, aperti a qualsiasi tipologia di confronto, politico, amministrativo e tecnico, e respingiamo al mittente gli strali lanciati quest’oggi dalla destra, caratterizzati solo da qualche provocazione propagandistica. In questi anni abbiamo lavorato solo per mettere ordine allo sfascio creato negli anni in cui proprio la Minasi era fra gli assessori più in voga nelle giunte del “Modello Reggio”, l’espressione della stessa parte politica che tanti danni ha fatto sul nostro territorio e che oggi chiede a noi chiarezza e trasparenza. Lo sanno anche a Roma, al Ministero, dove il confronto sui bilanci del Comune, a partire dal nostro insediamento, non è mai venuto meno, in un clima di costante e proficuo dialogo».
«Tuttavia – continua Brunetti – capisco quanto l’argomento possa essere caro alla senatrice Minasi, considerata l’ultima indagine degli ispettori del Mef che, nel 2011, quando lei stessa era protagonista indiscussa di quella nefasta stagione amministrativa, evidenziò un buco in bilancio da 170 milioni di euro, certificata dalla relazione da quegli stessi ispettori del Mef che oggi la Minasi invoca a gran voce. Faccio fatica a comprendere, invece, questo suo inspiegabile attacco nei confronti della città, lanciata in prima pagina nonostante gli sforzi, immani, compiuti dalla nostra Amministrazione e, soprattutto, dall’intera comunità reggina per risalire la china dopo dieci anni di un Piano di riequilibrio lacrime e sangue, sciagurata eredità di quelle scellerate gestioni amministrative». «La senatrice Minasi – incalza il sindaco facente funzioni – farebbe bene a raccontare come fosse possibile che, nei bilanci approvati dalle giunte in cui compariva quale assessore, le uscite di un preciso anno contabile venissero iscritte negli anni successivi per tenere il bilancio formalmente alla pari. Spericolatezze evidenziate da quegli stessi ispettori inviati dal Mef nel 2011 e che hanno lasciato strascichi pesantissimi sul destino della nostra comunità».
Sui dubbi sollevati dalla Senatrice Minasi, anche l’assessora alle Finanze, Irene Calabrò, si è soffermata nel corso del suo intervento nell’ultimo consiglio comunale, decisivo per l’approvazione del primo Bilancio previsionale finalmente sganciato dal Piano di riequilibrio: «A chi fomenta e sollecita l’invio di ispettori da parte del ministro Giorgetti, rispondo “grazie”. Anzi, l’invito al ministro lo facciamo nostro. Sarà un’occasione ulteriore per invitare in città Giorgetti, insieme a funzionari e dirigenti del Mef. E se non arriveranno loro, andremo noi così come abbiamo fatto in questi anni confrontandoci con uffici che conoscono bene il lavoro che abbiamo fatto».
Quindi, il consigliere comunale Filippo Burrone che non le manda a dire: «Ma davvero la senatrice Minasi, parla di bilancio e chiede spiegazioni su come si debba fare un documento contabile? Proprio lei che è fra gli artefici del buco che ha portato al Piano di riequilibrio pagato dalla città?». «Noi – sostiene Burrone – oggi possiamo guardare in faccia i lavoratori di Castore, che dopo il fallimento di Multiservizi è diventata una solida realtà, perché stiamo garantendo loro un futuro certo, grazie all’internalizzazione dei servizi voluta dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Abbiamo scelto di dare un taglio netto alla stagione nebulosa delle società miste per la quale continuiamo a pagare le conseguenze».
«Davvero – conclude Burrone – oggi ci chiede trasparenza chi è stato protagonista della stagione del buco di bilancio? Accettare consigli sul bilancio da loro sarebbe come chiedere a Giovanna D’Arco di andare a prendere la legna. Chi ha avvelenato i pozzi in questi anni non può certamente pensare di fornirci l’antidoto. Si interroghi su questo, la senatrice Minasi. Oppure, se preferisce cambiare argomento, dica alla città la verità sul pesantissimo lascito caricato sulle spalle dei reggini che delle sue esperienze di governo, a Palazzo San Giorgio, ricordano la falsità dei conti o delle tante nefandezze accadute in quegli anni al Comune per dare vigore e slancio a certe carriere politiche».