“Riflessioni sul fenomeno, ormai tipico, degli incendi che hanno devastato il nostro territorio”.
Nei giorni scorsi tutta la zona collinare reggina, quella tirrenica e quella jonica sono state devastate da incendi, sulla cui natura purtroppo c’è poco da dubitare, che hanno provocato danni enormi alle persone, al patrimonio delle aziende agricole e non solo, ed a tutto il sistema ambientale e paesaggistico.
Il “fenomeno” purtroppo è ciclico ed è dovuto a molti fattori, tralasciando le cause illecite su cui gli Organi preposti sicuramente stanno provvedendo ad accertare le responsabilità; tra gli elementi che hanno contribuito al disastro, oltre a particolarissime condizioni climatiche di periodo, c’è la scarsa o assente cura e manutenzione del territorio, la pulizia del sottobosco, la possibilità di intervenire effettivamente sui terreni incolti e abbandonati.
Gli agricoltori, unici operatori che eseguono quotidianamente attività di cura del territorio anche con scelte <<green>>, meritevoli e sempre auspicabili, quali irrigazione a goccia e semplice trinciatura che però rendono i campi coltivati impossibili da difendere e le linee tagliafuoco a protezione dei terreni poco efficaci, sono rimasti da soli ed hanno pagato un prezzo altissimo in termini economici e non solo.
Nell’immediatezza tutti i Media hanno tuonato, come al solito limitandosi ad indicare colpevoli da perseguire e pene da comminare, senza tener conto che, è certo che il primo incendio lo abbia generato uno stupido, ma che un incendio in aree non curate ne genera tantissimi altri, anche a notevole distanza dal primo, considerato che uno stupido ci sarà sempre, non è possibile credere di risolvere così il problema.
La soluzione a questo problema potrebbe essere data o dalla creazione di nuove strutture idonee ad eseguire fattivamente tali interventi o dal potenziamento di strutture già presenti nei territori, un esempio potrebbe essere dato dai Consorzi di Bonifica, oggetto di una recentissima proposta di riorganizzazione da parte della Regione, con previsione di accorpamento in unico Ente regionale che prevedibilmente avrà ripartizioni territoriali sugli ambiti tradizionali (11).
Sulla questione è intervenuto anche il Procuratore di Catanzaro, dott. Gratteri, che ha detto: “C’è tanto da fare, siamo arrostiti dagli incendi e io – ha rilevato Gratteri – voglio sapere dove sono i forestali quando ci sono gli incendi.”
Non si può pensare di risolvere il problema degli incendi senza una adeguata e costante cura del territorio, quello che ci indigna maggiormente è che sono disponibili tutti gli strumenti necessari, Consorzi di bonifica e Calabria verde se solo rammentassero la loro vera ragione di esistenza finalmente, in primis si avrebbe un senso per i balzelli cui vengono chiamati a pagare i proprietari dei terreni siti negli ambiti di pertinenza, balzelli sulla cui giuridica debenza o meno si è già formata numerosa giurisprudenza, anche Costituzionale.
Tali Enti, se correttamente indirizzati ed autorizzati, potrebbero accedere a tutti i fondi Comunitari per la tutela e la salvaguardia del territorio con progetti di rimboschimento e manutenzione finalmente efficaci, con previsioni di utilizzo di specie autoctone quali la quercia da sughero, che guarda caso protetta da questo supera quasi indenne gli incendi, ed ha il pregio di garantire uno tra i maggiori sequestri di CO2.
Ovviamente, è inutile dirlo, il bilancio della CO2 oggi è un mercato fiorente che, integrato in un programma di gestione del territorio, potrebbe aprire altri orizzonti legati a contratti con tutte quelle aziende obbligate a riequilibrare in loro bilancio della CO2, che potrebbero finanziare impianto gestione e mantenimento del nostro verde.”
Dott. Carlo de Blasio Resp.Dip.Prov. Territorio e Paesaggio F.d.I.
Avv.Alessandro S.M.Montesano Resp. Dip. Agricoltura ed Eccellenze Italiane F.d.I.