«Dare al Sud e alla Calabria un ruolo da protagonista all’interno della politica europea e rovesciare politicamente un approccio che da decenni penalizza i territori periferici sin dalla prossima legislatura a Bruxelles». È questa la sfida che ha lanciato l’eurodeputato calabrese di Fratelli d’Italia, Denis Nesci, sulle pagine del quotidiano “La Verità” a firma del giornalista Mauro Bazzucchi, in occasione del prossimo appuntamento dell’Ecr Party, il partito dei “Conservatori e Riformisti europei” con a capo Giorgia Meloni che si terrà dall’1 al 3 settembre a Reggio Calabria, precisamente nell’incantevole scenario dell’Altafiumara Resort. «L’idea di portare il partito ECR in Calabria per tre giorni – continua l’Onorevole – è nata proprio per dare centralità al Sud. Anche perché, per usare un eufemismo, il Sud non è in cima ai pensieri della maggioranza che guida la Commissione. L’Europa nell’ultimo periodo ha messo dei paletti ideologici e si è dimenticata della periferia europea, di territori che hanno la necessità di sentirsi protagonisti all’interno dello spazio unico». Sarà questo uno dei temi con i quali si confronteranno gli ospiti, in un parterre d’eccezione in cui sarà presente lo stato maggiore di Fratelli d’Italia con i Ministri Raffaele Fitto, Francesco Lollobrigida, Nello Musumeci e Maria Elvira Calderone; big del partito come Giovanni Donzelli, Andrea Delmastro, Wanda Ferro, Patrizio Giacomo La Pietra e Chiara Colosimo insieme ad altre figure di alto rilievo. «Escludendo le periferie d’Europa si esclude una parte importante del continente dal mercato unico – rimarca l’eurodeputato Nesci – Se pensiamo al bacino del Mediterraneo possiamo capire benissimo quale può essere il ruolo strategico del Sud, per esempio come hub energetico. Se ci concentriamo sul Sud ci rendiamo conto che la politica europea finora ha dimenticato totalmente questa parte di territorio e tutte le periferie d’Europa». E, su chi è la colpa, Nesci non ha dubbi: «Degli steccati ideologici. Che non portano a nulla». L’imperativo è quindi, cercare di cambiare questo trend lavorando sulla necessità di “unire” piuttosto che creare divisioni o impedire rapporti. «Penso – ribadisce – che la gente stia maturando la consapevolezza del fatto che viviamo un momento in cui bisogna certamente andare verso la transizione verde, ma non bisogna dimenticare che l’uomo deve essere al centro di questo passaggio. Non si può escludere l’uomo dalla transizione, come invece prevedeva la legge sul cosiddetto ripristino natura». Con questa tre giorni, dunque, l’Ecr Party vuole mettere al centro del dibattito europeo l’agricoltura, che deve avere continua Nesci «un approccio green, deve essere moderna ed innovativa, ma allo stesso tempo, produttiva e che si proietti nelle sfide del futuro prossimo. Non si può stravolgere l’agricoltura, non si possono imporre le stesse regole a tutti. Questa è ideologia, mentre noi stiamo cercando di mettere sul tavolo una politica di buonsenso, perché in caso contrario si fallisce, come infatti stanno fallendo le politiche attuali di Bruxelles». La parola d’ordine, dunque, è innovazione. Per l’eurodeputato di FDI, Denis Nesci, bisogna ripartire «dalla valorizzazione delle periferie, e fare soprattutto in modo che queste non si spopolino. Finalmente la Commissione europea si è accorta che c’è la necessità di intervenire affinché i nostri talenti non se ne vadano, indebolendo così questi territori e le nazioni stesse. Ci sono delle proposte concrete, come la “trappola dei talenti” una legge perla quale io in commissione al Parlamento europeo sono relatore ombra».
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