Ho la ventura (sventura?) di abitare in Via Lia, in una delle sue tante diramazioni e dei suoi innumerevoli condomini, snodo centrale dell’intero popoloso quartiere di San Brunello. Tra le diverse problematicità ve ne è una che, una volta tanto, non riguarda il Comune ma la distribuzione della posta. L’ultima personale visione (epifania) di un postino o portalettere che dir si voglia, persona peraltro garbata e gentilissima, risale agli ultimi giorni di agosto dopo un’assenza di quasi l’intero mese. Dopo di allora – e siamo al 20 di settembre – nessuna lettera, missiva, bolletta è riuscita a superare i confini del quartiere e/o perlomeno del mio condominio quasi che una nube spessa, come quella che circondò per maledizione l’isola dei Feaci che avevano offeso Poseidone accogliendo il misero Odisseo, abbia reso impenetrabile il quartiere e il condominio. Il problema, al netto di ironia, è comunque abbastanza serio. Al di là della corrispondenza privata che ho comunque il diritto di ricevere in tempi canonici e normali avendo sulla busta applicato un francobollo – che è poi la tassa pagata allo Stato per il servizio di recapito -, la questione più importante riguarda le bollette di pagamento delle utenze (energia elettrica, gas, servizio idrico ecc. ecc.) e di diverse altre eventuali comunicazioni soggette a scadenza e che comportano, se pagate dopo la scadenza, un aggravio per lo sventurato utente. Mi si dirà che le bollette possono essere scaricate sul conto corrente di ciascuno di noi ma la facoltà di avvalersi di un tale servizio bancario (soprattutto per i diversamente giovani) non può divenire un obbligo in funzione e a causa di un disservizio. Mi si dirà anche che la normale corrispondenza può essere agevolmente (e forse meglio) inviata tramite una email, ma in tal caso si abolisca tale servizio pubblico e/o ci si affidi ai privati. Posso immaginare che vi siano carenze di personale e che i postini/portalettere siano divenuti una specie rara ed in via di estinzione come il gallo cedrone e i panda ed allora, come si fa nei parchi, immettiamo nuovo personale, ripristiniamo quell’antico rapporto che univa il portalettere al quartiere e alla gente che vi abita. Una maniera per venire incontro al bisogno di lavoro di tanti giovani del nostro Sud e di Reggio Calabria e di superare un problema che potrebbe avere conseguenze gravi poiché tale disservizio, se continuato, crea un danno (vedi un ritardo di pagamento) all’utenza di cui poi i responsabili potrebbero essere chiamati a rispondere.