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Lucano: “Posso aver commesso errori ma per aiutare i deboli’

Lettera dell'ex Sindaco di Riace Mimmo Lucano, ai giudici della Corte d'appello di Reggio che lo stanno giudicando

di Sebastiano Plutino

“Come tutti gli esseri umani posso aver commesso degli errori ma ho sempre agito con l’obiettivo e la volontà di aiutare i più deboli e di contribuire all’accoglienza e all’integrazione di bambini, donne e uomini che fuggivano dalla fame, dalla guerra, dalle torture”.
Lo ha scritto l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano in una lettera fatta consegnare dai suoi legali ai giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria che lo stanno giudicando.
   

“Egregi Giudici scrive Lucano – sono passati cinque anni da quando sono stato arrestato con l’accusa infamante di svolgere la mia attività di accoglienza e integrazione dei migranti per finalità di carriera politica e di lucro. Sono passati due anni da quando mi è stata inflitta la condanna in primo grado a una smisurata pena detentiva quale non tocca spesso ai peggiori criminali.

È passato un anno da quando la Procura generale ha nuovamente richiesto la mia pesante condanna che descrive il sottoscritto come responsabile di gravi reati e addirittura di essere stato il capo di un’associazione a delinquere. Ebbene, nel confermare piena fiducia agli avvocati difensori che si occupano della mia sorte, condividendone le argomentazioni difensive, una sola cosa sento il bisogno di dichiarare a voi, rispettosamente, prima che vi riuniate in camera di consiglio”.
    “Ho vissuto anni di grande amarezza e di sfiducia nella giustizia, si legge nella lettera dell’ex sindaco – non solo e non tanto per la limitazione della libertà personale, quanto per l’ingiusta campagna di denigrazione che si è abbattuta sull’esperienza di ripopolamento del borgo vecchio di Riace aperto all’accoglienza dei migranti. Non appena è stato possibile, durante questi anni di iter processuale, ho continuato a dedicarmi a tempo pieno, da privato cittadino, alla riapertura e alla gestione del Villaggio globale di Riace che ha ospitato e continua ad ospitare bambini e persone con fragilità.
    Non si è interrotta, dunque, quella che considero la missione della mia vita, a prescindere da incarichi pubblici e finanziamenti statali. Altro che associazione a delinquere. Al termine di questo processo vi invito a visitare il Villaggio Globale di Riace, sarete i benvenuti”.

Pisapia: “Contro Lucano accanimento non terapeutico”

 

“Nei confronti di Mimmo Lucano c’è stato un accanimento non terapeutico”. Lo ha detto l’avvocato Giuliano Pisapia, uno dei due difensori dell’ex sindaco di Riace, nell’arringa in Corte d’Appello di Reggio Calabria dove si sta celebrando il processo “Xenia” sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel piccolo paese della Locride.
   

Lucano è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Locri a 13 anni e 2 mesi.

Nei suoi confronti, lo scorso ottobre, la Procura generale ha chiesto la conferma della condanna ma riducendo la pena a 10 anni e 5 mesi. Contro quella sentenza si sono espressi stamattina gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia.

Per quest’ultimo, ex sindaco di Milano, “ci sono tutti i presupposti per l’assoluzione di Mimmo Lucano che in tutta la sua vita ha sempre fatto quello che serviva agli altri e non quello che serviva a sé stesso”.

Pisapia ha ricordato che l’ex sindaco di Riace ha sempre rifiutato la candidatura sia alle elezioni nazionali sia al Parlamento Europeo: “Come si fa a dire che ha fatto quello che ha fatto per motivi politici? Questo elemento dovrebbe già chiudere il processo: manca il dolo e manca la consapevolezza e la volontà di un vantaggio economico. Risulta dalla lettura di tutti gli atti processuali che Lucano non aveva un soldo sul proprio conto corrente. Io non parlo di un santo. Mi interessa chi oggi è imputato e al momento ha una sentenza con una condanna esorbitante”.
   

Rivolgendosi ai giudici, l’ex sindaco di Milano ha ricordato cheFalcone, tra le tante cose, diceva di seguire i soldi. Vi prego seguite i soldi di Lucano e non li troverete. La vostra sentenza sarà importante perché specialmente in questo periodo in cui la situazione dei migranti è particolarmente difficile e complicata, avere tante Riace aiuterebbe a risolvere tanti problemi e a evitare situazioni che un Paese come il nostro non dovrebbe vedere da lontano ma essere capace di affrontare.
    Quando la politica entra nelle aule di giustizia – conclude Pisapia – la giustizia scappa inorridita dalla finestra. Per me è qualcosa di insuperabile: un conto è la giustizia e un conto è la politica. Devono avere ognuno i propri ruoli e non devono entrare nei ruoli altrui”.

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