Home » Villa San Giovanni: oggi l’intitolazione dell’Istituto Professionale Alberghiero Turistico al professore Trecroci, vittima di mafia

Villa San Giovanni: oggi l’intitolazione dell’Istituto Professionale Alberghiero Turistico al professore Trecroci, vittima di mafia

Oggi, 25 settembre, alle 10:00, cerimonia di intitolazione dell’Istituto Alberghiero di Villa al professore Trecroci, vittima di mafia

di Sebastiano Plutino

Oggi, 25 settembre, alle ore 10:00, si svolgerà la cerimonia di intitolazione dell’Istituto Professionale Alberghiero Turistico di Villa San Giovanni al professore Giovanni Trecroci, vittima di mafia e illustre cittadino della città di Villa San Giovanni.

Il prof. Trecoci non era originario di Villa San Giovanni, ma vi si era trasferito, quando era ancora ragazzo, dalla provincia di Cosenza, insieme al resto della sua famiglia. Nato il 9 Giugno del 1943 all’interno di una famiglia borghese che gli aveva permesso di svolgere il suo corso di studi, formarsi, la costruzione di una vita attiva. Amante delle materie umanistiche che hanno influito in modo determinante nella scelta di vita di diventare insegnante, unita all’idea stessa dell’educazione dei giovani che lo affascinava e lo appassionava.  All’insegnamento presso la scuola media di S. Eufemia d’Aspromonte, aveva affiancato l’impegno educativo negli scout cattolici del MASCI.

La cultura fortemente cattolica aveva condizionato anche quella politica, al punto che la Democrazia Cristiana era lo sbocco naturale, così. quando nel 1977, a soli 34 anni, aveva deciso di candidarsi al Consiglio Comunale di Villa San Giovanni risultando eletto. Da allora non aveva più lasciato le istituzioni comunali. Nel 1985 era diventato assessore ai lavori pubblici, ricoprendo anche la carica di vicesindaco. Ruolo nel quale era stato riconfermato anche dopo le elezioni del 1988.

Il prof Giovanni Trecroci, fu stato ucciso nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 1990, mentre rientrava a casa sua, a Cannitello, dopo una riunione del Consiglio comunale, lasciò in vita un bambino e la moglie in attesa della seconda figlia nata pochi mesi dopo un omicidio rimasto ancora senza un colpevole. Sul suo assassinio, uno dei più eclatanti dell’epoca, l’omicidio di un uomo che aveva deciso di non piegarsi, la magistratura inquirente non è riuscita ancora a far luce.

Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un uomo onesto e integerrimo, non voleva diventare un eroe ma voleva vivere la sua esistenza da persona normale. Una vita dedicata al bene comune spezzata una fredda sera di inverno, pochi attimi prima di entrare in casa, sottratto all’affetto della sua famiglia.

L’esecuzione di un uomo pulito, un uomo che intendeva mettere le barriere all’infiltrazione della mafia nelle Istituzioni.

Potrebbe interessarti: