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L’Alberghiero Turistico di Villa San Giovanni intitolato a Trecroci, Versace: “Esempio di rettitudine e legalità per i nostri ragazzi”

Versace e Lizzi presenti a cerimonia di intitolazione dell'alberghiero di Villa S. G. al prof Trecroci, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1990

di Sebastiano Plutino

Il sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, accompagnato dal consigliere delegato all’Istruzione, Rudi Lizzi, ha preso parte alla cerimonia di intitolazione dell’Istituto professionale alberghiero turistico di Villa San Giovanni a Giovanni Trecroci, il vicesindaco della cittadina tirrenica ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1990.

Cerimonia moderata dalla giornalista Eva Giumbo, alla presenza delle autorità civili e militari, l’evento è stato introdotto dalla dirigente scolastica Enza Loiero, che ha rimarcato come la decisione di intitolare l’Ipalbtur a Trecroci, assunta dal consiglio di istituto ed approvata dall’Ufficio scolastico, sia stata presa in considerazione del suo elevato spessore umano e culturale, avendo fatto della rettitudine e della serietà nell’impegno sociale e politico i suoi principi di vita.

La manifestazione è stata inframezzata dalle note dell’orchestra giovanile di Laureana di Borrello diretta da Maurizio Managò.

A quello iniziale di Francesco Trecroci, che ha ricordato come Giovanni sia stato un ‘compagno di strada’ più che un fratello; sono seguiti, tra gli altri, gli interventi della sindaca di Villa S.G., Giusy Caminiti, del vicesindaco metropolitano f.f. di Reggio, Carmelo Versace, della vicepresidente della Regione, Giusy Princi, del responsabile del settore comunicazione dell’ambito terriroriale, Ernesto Zizza, di una rappresentanza degli studenti dell’istituto. Tutti hanno concordato che il ricordo di chi ha perso la vita nel compimento del proprio dovere debba servire da stimolo affinche legalità e impegno civile siano un obiettivo collettivo e condiviso.

Il prefetto Massimo Mariani, evidenziando l’impegno delle istituzioni che ha consentito un miglioramento della situazione, ha ribadito il dovere dì continuare a fare il possibile affinché in questo territorio, dove purtroppo si rischia la vita nel compimento del proprio dovere, si possa vivere “normalmente”.

Nel corso dell’incontro è stata annunciata la prossima realizzazione un busto di Trecroci grazie alla collaborazione degli studenti dell’Accademia delle belle arti.

L’evento è stato concluso dalla commossa testimonianza dei familiari di Giovanni Trecroci, che hanno donato un’immagine del loro congiunto, benedetta da Daniele Mileto parroco dei ss Cosma e Damiano, che sarà sistemata all’ingresso dell’istituto.

La moglie Annamaria, pure lei insegnante, che al tempo dell’omicidio era in attesa di una bambina, Stefania, ed il figlio Giuseppe hanno sottolineato come l’intitolazione della scuola debba impegnare studenti ed insegnanti in un percorso lungo la strada della solidarietà condivisa, della partecipazione attiva, della formazione delle coscienze, del senso di appartenenza ad una comunità.

«Giovanni Trecroci ha detto Versace è stato un grande uomo che ha messo la propria vita a disposizione dell’intera collettività. Il suo sacrificio non deve rimanere vano ed il fatto che, oggi, una scuola prestigiosa come l’Alberghiero porti il suo nome deve servire ai ragazzi ed alle ragazze che frequentano queste aule a proseguire sul suo esempio di rettitudine in difesa della legalità e della giustizia contro ogni sopruso e anelito mafioso».

«Insieme alla famiglia Trecroci ed alle massime istituzioni civili e militari – ha proseguito il sindaco metropolitano facente funzioni – ricordiamo il professionista, il marito, il padre, l’amico di tutta la cittadinanza, non solo villese, che è stato Giovanni. Col suo impegno politico, infatti, ha dimostrato di voler cambiare le cose. L’omaggio che l’intera comunità ha voluto tributargli dimostra la voglia e la necessità di continuare la sua battaglia».

Una battaglia, per Carmelo Versace, che «si può vincere solo stando tutti assieme». «Da soli ha conclusonessuno potrà percorrere la strada migliore pur seguendo i passi di chi ha donato tutto sé stesso per il bene comune».

 

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