“Non giovano a nessuno le polemiche, soprattutto nel momento storico in cui tutti siamo tenuti a contribuire al contenimento di un’emergenza educativa senza precedenti”: comincia così la disamina del Garante per l’infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, su un contenzioso che sta animando la comunità di Anoia (RC).
“Sono stato raggiunto da una lettera del sindaco Alessandro De Marzo – spiega il Garante – con la quale mi è stata notificata, a sua volta, una circolare indirizzata dal dirigente scolastico Dario Intorre a dieci bambini. “In seguito all’attivazione della mensa scolastica – si legge testualmente nella circolare – a partire da lunedì 02 ottobre 2023 gli alunni in indirizzo, iscritti regolarmente alla scuola dell’infanzia plesso “Anoia Inferiore”, a causa della riduzione dell’organico dei docenti da parte dell’USR Calabria dovuta al calo delle iscrizioni per l’anno scolastico 2023/2024 per il plesso sopraindicato, seguiranno un tempo scuola ridotto limitato alla sola fascia del mattino per un numero totale di ore venticinque (25) con il seguente orario: entrata ore 08.00 uscita ore 13.00 dal lunedì al venerdì”.
“Dieci bambini mandati a casa prima dei loro compagni. Mi sono messo in contatto con il dirigente – spiega ancora il Garante – che con gentilezza mi ha spiegato essere competenza dell’ATP o dell’USR risolvere il problema. Dunque, mi sono rapportato ad ATP e USR apprendendo che il dirigente scolastico, nell’ambito dell’autonomia, può disporre dell’impiego dell’organico in dotazione, ivi compresi i docenti di potenziamento, al fine di non penalizzare i dieci bambini destinatari della circolare”.
“Ho comunicato la soluzione al sindaco ed al dirigente scolastico – continua Marziale – salvo stamattina leggere sulle colonne di Gazzetta del Sud un articolo in cui il dirigente replica ad affermazioni del sindaco, dicendosi prossimo alla soluzione del problema. Un problema che avrebbe potuto non essere, visto che non doveva filtrare da ATP e USR e bene ha fatto il sindaco De Marzo ad interpellare l’ufficio del Garante, altrimenti si sarebbe rimasti in attesa di risposte che avrebbero potuto anche non giungere, essendo la soluzione interna, con tutte le innegabili difficoltà annesse e connesse s’intende”.
“Avverto il dovere di suggerire a scuole ed amministrazioni di parlarsi di più e non per via mediatica – conclude Marziale – utile solo ad ingigantire situazioni altrimenti risolvibili. È l’incomunicabilità alla base di mancate risoluzioni di problemi che inficiano i diritti dei minori, e mandare a casa anzitempo dieci bambini è una lesione di non poco conto”.