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Galatro: bruciò l’auto del marito con la complicità di un minore, moglie scoperta dai Carabinieri

Il crimine sembrava indecifrabile, commesso a novembre. Sarebbe la moglie, con la complicità di un minore, ad aver incendiato auto marito

di Sebastiano Plutino

A Galatro, un fatto di cronaca che sembrava un mistero indecifrabile ha preso una piega difficilmente immaginabile.

I Carabinieri della locale stazione hanno infatti, svelato i dettagli riguardanti l’incendio doloso avvenuto nel novembre scorso sul proprio territorio. Questo evento aveva visto una macchina incendiata, e grazie a un’indagine attenta e minuziosa dei militari dell’Arma, la verità è finalmente venuta alla luce.

Inizialmente, i colpevoli dell’incendio erano rimasti ignoti, mantenendo la comunità in uno stato di incertezza e alimentando l’idea di una ritorsione di altra natura. Tuttavia, la svolta avuta grazie allo sforzo compiuto dai Carabinieri ha rivelato la sconcertante verità: i responsabili di questo atto criminale sono stati identificati come la moglie della persona offesa e un minore.

L’opera dei Carabinieri nella risoluzione di questo crimine, sfociato in un complesso intreccio familiare, dimostra il loro impegno nella ricerca della verità. Questo evento ci ricorda che la giustizia può emergere anche nei luoghi più impensabili e che la verità può essere a volte anche molto più vicina di quanto si creda.

Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari rimangono salve le successive valutazioni in sede processuale.

 

Il Garante Antonio Marziale: “Quanti si stupiscono guardando Cetto La Qualunque”

“Con le dovute cautele ed in attesa che l’iter giudiziario faccia il suo corso, non mi stupisce che un minore possa essere stato “utilizzato” per un’azione di ritorsione. Mi stupisce chi si stupisce, quando ogni giorno stuoli di minorenni vengono impiegati per trafficare droga o compiere azioni delinquenziali su commissione. Questa vicenda pone sotto la lente mediatica un fenomeno antico, destinato a perpetuarsi nel tempo se il legislatore non interviene con leggi che aggravino la posizione degli adulti mandanti”: è il commento del sociologo Antonio Marziale, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, in merito all’episodio accaduto a Galatro (RC), dove una donna avrebbe incendiato la vettura del marito con la complicità di un minore d’età. 

“Ogni giorno capita a chiunque di imbattersi in minorenni che chiedono l’elemosina – spiega il sociologo – ma ad ognuno sfugge che quello sia un reato di accattonaggio, scambiato per esercizio della carità e dunque normalizzato. Ci sono adulti dietro, privi di scrupoli, che si fanno scudo dei minori per non incorrere loro nelle maglie di una giustizia tanto effimera al punto che Antonio Albanese, nell’interpretazione di Cetto Laqualunque, non ha esitato a parafrasare in chiave comica ma drammaticamente realistica cedendo la pizzeria al figlio Melo, spalancandogli le porte della galera per evasione fiscale”. 

Per Marziale: “Quanto accaduto a Galatro, qualora i fatti dovessero corrispondere alle ipotesi investigative, altro non è che la riprova dell’esistenza di una subcultura dura a morire a certe latitudini. I minori rappresentano un potenziale serbatoio, un vero e proprio vivaio dal quale soprattutto la criminalità organizzata può attingere. Basti pensare che i dati più recenti di cui dispongo, risalenti al 2020, rilevano che in Italia sono circa 700mila i minori che vivono in uno dei Comuni sciolti per mafia negli ultimi 20 anni, dislocati nella stragrande maggioranza in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia, con alcune diramazioni nel Lazio e in alcune regioni del Nord, come Liguria e Piemonte. Dall’inizio di gennaio 2010 al 31 marzo 2011, 128 minori sono stati denunciati per reati associativi, 51 per associazione a delinquere, 12 per associazione di tipo mafioso, 72 per traffico di stupefacenti. Dati in costante crescita, che lo Stato pensa di risolvere mandando i minori alla “messa in prova” e sostanzialmente graziando quanti invece dovrebbero essere perseguiti con assoluta determinazione, gli adulti che li impiegano”. 

 

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