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Seminario dell’Associazione Luca Coscioni a Reggio Calabria: necessità dell’informazione a tutela della libertà di scelta

Svolto sabato, al Cineteatro Metropolitano, il Precongresso Nazionale della'Associazione Luca Coscioni, organizato dalla Cellula RC

di Sebastiano Plutino

Diritti e Fine Vita a Reggio.

Svolto sabato, il Precongreso sulla tematica “Fine vita e diritti. A che punto siamo?”, dell’Associazione Luca Coscioni, organizzato dalla Cellula Coscioni Reggio Calabria al Cineteatro Metropolitano, in vista del  XX Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS, che si terrà a Milano dal 20 al 22 ottobre 2023, l’associazione in collaborazione con la Cellula Coscioni Reggio Calabria

A sviluppare le argomentazioni, in maniera approfondita e dettagliata un gruppo di autorevoli relatori  come Emanuele La Rosa, Professore associato di Diritto Penale presso l’Università degli Studi di Messina, con un intervento dal titolo “Problemi giuridici del fine vita: notazioni per un diritto penale antipaternalistico”; Delfino Demetrio, assessore al Welfare presso il Comune di Reggio Calabria, con un intervento dal titolo “Scelte di fine vita: Disposizioni Anticipate di Trattamento. Cosa c’è da sapere? ”, Ines Barbera, medico Responsabile presso Hospice Fondazione Via delle Stelle di Reggio Calabria, con un intervento dal titolo “Le Cure Palliative: un modello di cura alla fine della vita”; Maria Teresa Prestanicola e Francesco Benedetto, Coordinatrice e Segretario della Cellula Coscioni Reggio Calabria; concluderà i lavori Matteo Mainardi, membro Giunta Associazione Luca Coscioni e Coordinatore campagna Eutanasia Legale.

E’ proprio quest’ultimo a sottolineare l’urgenza e l’importanza della necessità di fare informazione ai cittadini, in un momento storico dove il Parlamento italiano sembra non volere recepire le proposte che l’Associazione avanza. Non questo Parlamento in particolare, anche quelli precedenti. Proposte che riguardano problemi reali, concreti, di persone che soffrono e che sono spesso ai margini, invisibili. Trovare nelle istituzioni un muro di gomma che si oppone per ideologia alla GPA, per decreto perfino di proibire la vendita all’uso orale dei cannaboidi, recentemente sospeso dal Tar del Lazio. Realtà che può essere contrastata solo non perdendo l’entusiasmo nel fare informazione alla gente per garantire, su questioni di prima importanza che abbracciano la vita di ognuno di noi, considerata la complessità dei temi e la confusione sociale sugli stessi, informazioni chiare per garantirgli scelte d’autodeterminazione consapevoli.

Come chiarisce Mainardi: «In Italia abbiamo tanti diritti sul fine vita e questo per molti può sembrare strano perché si pensa che in realtà siamo l’ultimo fanalino di coda d’Europa: ma non è così. Purtroppo in pochi lo sanno, non solo tra la popolazione ma anche tra i sanitari cioè tra coloro che dovrebbero poi applicare queste leggi. Nel dettaglio: “Dal 2010 abbiamo una legge sulle cure palliative che prevede una rete di cure palliative in tutto il territorio nazionale eppure ancora oggi, a 13 anni da quella legge, la sua applicazione è a macchia di leopardo in giro per l’Italia. E noi ora siamo in una regione dove non si brilla per una grandissima rete di cure palliative. Dal 2018 abbiamo una legge sul testamento biologico che ci dice che abbiamo la possibilità di rifiutare terapie anche se sono salvavita, di sospendere trattamenti sanitari anche se invasivi. Si fa molto semplicemente con un documento da depositare in Comune dove lasciamo dette le nostre volontà. Sempre dal 2018 abbiamo ottenuto la possibilità di accedere al suicidio medicalmente assistito anche in Italia e ancora oggi si parla sempre solo della possibilità Svizzera”.

Stessa modalità, l’informazione, dev’essere utilizzata, infine, per la conquista del Diritto dell’Assistenza Sessuale alle Persone con Disabilità: è fondamentale trasmettere a chi non è a stretto contatto con questo mondo. che è parte della società, che anche le persone fragili hanno le stesse esigenze fisiche degli altri, non affatto un argomento secondario

Quindi, come dicevamo, l’unico argine arma è la chiarezza d’informazione.

L’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria, invece, Demetrio Delfino, segnala l’estrema importanza della compilazione delle DAT (Disposizioni Anticipate di Trattamento, l’importanza di rendere noto, da parte di ciascuno, le proprie volontà nel caso in cui un giorno non saremo più in grado e liberi di scegliere, affinchè la libertà di scelta venga rispettata, nominando un fiduciario che le rispetti. L’assessore riporta anche dati, tra cui quello confortante dell’aumento del numero dei moduli, segnale che tra le persone, è aumentata la sensibilizzazione e consapevolezza che far valere le proprie ultime volontà non è questione marginale, anzi un aspetto che riguarda tutti. La vita, tante volte, non dà preavviso e non aspetta.

Organizzatore dell’evento è la Cellula Coscioni Reggio Calabria, una Cellula giovanissima, nata lo scorso marzo, da un gruppo di attivisti conosciutosi durante la campagna referendaria sull’Eutanasia del 2021 che, affiatato ed unito ha deciso di costituire in a Reggio una Cellula locale che fino non esisteva.

Come spiega l’avv. Maria Teresa Prestanicola: “Da quella campagna, abbiamo deciso di sostenere tutte le iniziative dell’associazione Luca Coscioni e di portare le iniziative nel territorio di Reggio e provincia. Anche se, se dove dovesse essere necessario, interveniamo su tutto il territorio nazionale. Nell’ultimo anno e mezzo abbiamo condotto diverse battaglie e diverse campagne soprattutto informative. Oltre al fine vita ci occupiamo anche di altri di altri temi come per esempio le barriere architettoniche al quale siamo molto legati. C’è disinformazione. Basti pensare alle dat, quando facciamo i tavoli informativi molti confondono questi dat con le cure palliative quindi noi riteniamo che la nostra prima attività è quella di informare il cittadino in modo che possa avere contezza dei propri diritti perché solo conoscendo questi diritti potrà esercitarli”

Un altro aspetto ostico per il quale è importante fare informazione e battersi per far conoscere l’importanza del fine vita alle persone, è segnalato dal Prof. associato di Diritto Penale, Emanuele La Rosa, associato all’UniMe, che tratta la tematica sotto l’aspetto giuridico, segnalando l’importanza di superare un Ordinamento Giuridico dal carattere paternalistico” Da un lato – afferma La Rosa – c’è grande incertezza perché i vari interventi che si sono succeduti, soprattutto devo dire interventi di carattere giurisprudenziale, perché questo è un terreno nel quale quelle poche evoluzioni che ci sono state, sono state occasionate dalla giurisprudenza il che di per sé non è un male. Tuttavia non è un bene che la difesa dei diritti venga affermata attraverso atti di coraggio di singoli individui.

La situazione è ancora cristallizzata in un arroccamento, da parte dell’ordinamento, verso la difesa della così detta “indisponibilità della vita” perché la possibilità per chi si trova in condizioni terminali o comunque affetto da gravi patologie di decidere sostanzialmente di rinunciare ad una vita che ritiene e non più degna di essere vissuta, sono molto limitate.

Si deve trattare di soggetti affetti da malattie incurabili, che sono pienamente capaci di intendere e di volere, e che siano sottoposti a trattamenti di sostegno vitale quindi siamo sottoposti a cure. Di fatto l’unica cosa che l’ordinamento consente è l’interruzione di queste cure che può avvenire attraverso una semplice astensione, o come previsto in casi limitati dalla Corte costituzionale, attraverso l’aiuto di un medico anche e possa in qualche modo accompagnare il malato verso la fine, una fine serena della sua vita.

Gli spazi sono ancora troppo ristretti. Credo che invece sia maturo il tempo per permettere di smettere di parlare di indisponibilità della vita. La vita è inviolabile. L’ordinamento deve difenderci dalle aggressioni della vita che possono venire da terzi mentre invece le scelte individuali, che sono scelte immediate, vengono fatte in un contesto sì di sofferenza, ma di grande riflessione nella maggior parte dei casi. Per questo credo che sia maturo il tempo perché ordinamento rispetti la scelta individuale».

La dott.ssa Ines Barbera, medico Responsabile presso Hospice Fondazione Via delle Stelle di Reggio Calabria, focalizza invece il punto sull’importanza delle cure palliative nel trattamento dei pazienti terminali, la terapia del dolore per cercare di lenire il più possibile le sofferenze delle persone in fin di vita, accompagnandole al trapasso nel modo più dolce possibile e su quanto questo non sia in contrasto con la pratica dell’Eutanasia, ma complementare: “Il coinvolgimento nel congresso della cellula Coscioniafferma la dott.ssa Ines Barbera – anche se poco partecipato, è di fondamentale importanza perchè c’è pochissima conoscenza sull’approccio al fine vita e le sue possibili alternative. Spesso l’eutanasia e le cure palliative vengono messe in contrapposizione e invece sono complementari, una alternativa dell’altra in base ai bisogni specifici e unici della persona”

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